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Archive for ottobre 2011

Spartacus!…

Sapete qual è il mio problema?

L’impotenza.

E purtroppo non sto parlando di problemi del cazzo.
Il problema è che non posso, non possiamo farci un cazzo.

Come sarebbe a dire “a proposito di cosa?”…
A proposito di tutto.
In confronto a noi, i manzoniani “vasi di coccio tra vasi di ferro” fanno ancora la loro porca figura; noi siamo meringhe tra incudini, siamo candele nel vento, siamo due poveri, striminziti e tremanti coglioncini tra le mani di una virago erculea, lesbica e incazzatissima che si sta allenando per i Mondiali di Presa d’Acciaio.

Siamo in balìa degli eventi, tipo la Grande Crisi Mondiale.
Le Banche, entità senza un corpo e un nome, provocano la crisi e mangiano montagne di soldi nostri; tanta gente, gente vera, con un nome, un cognome e una famiglia, perde il lavoro… E a noi, invece che ‘sti cristiani in mezzo a una strada, a noi tocca aiutare le Banche.
E non possiamo farci niente. 
Non ci sono cazzi: se l’FMI, la BCE, la QUI QUO QUA e la CIP E CIOP decidono di dare il -nostro- aiuto alle Banche, glielo danno.
E noi non possiamo farci un cazzo, salvo fare una rivoluzione di portata planetaria.
Sempre che poi il Nuovo Ordine Mondiale non sia peggio di quello vecchio, considerato che l’aspetto più visibile di questo Nuovo Ordine Mondiale sono quei quattro pirla che mettono a ferro e fuoco una città per poi tornarsene al calduccio a casa di mammà -che ancora li difende, se li beccano- o nei loro puzzolenti centri sociali o case okkupate.

La fame nel mondo? 
Non possiamo farci un cazzo, salvo prendere in mano la situazione in decine di Paesi e tirare il collo a chi ha sempre governato strafocandosi il 99% degli aiuti.  E qui, francamente, mi sento anche un momentino meno motivato: ho sempre pensato che se vivi in un posto arretrato, in cui carestie e malattie la fanno da padrone, anche se non si dovrebbe dire, ho il sospetto che sbagli sistema o, quanto meno, che sbagli posto.
C’era una vecchia barzelletta, nata molto prima della Lega, che diceva:

Perchè l’Africa ha carestie, siccità e malattie, mentre noi abbiamo i terroni?
Perchè i negri hanno scelto per primi.

Okay, premesso che preferisco i napoletani all’ebola, mi rendo conto che certe cose nel Quarto Mondo non se l’è scelte nessuno, quindi sono sufficientemente razzista per dichiarare che se le sfighe vanno sempre negli stessi posti, una ragione ci deve pure essere, no?
Così come i vari disperati che millantano sfortune, quelli che “a me m’ha rovinato ‘a guera…”, gira e rigira si scopre che, più che sfigati cronici, sono dei lavativi o degli stupidi.
Morale, la fame nel mondo ce la teniamo e non ci possiamo fare niente.

Pace nel Mondo.
Questa è la seconda più grande bugia della nostra epoca, anche se credo che non ci sia più nessuno così fasullo da obbligare un bambino a rispondere “la pace nel mondo” alla domanda “cosa vuoi per Natale?”.
Vuole la Playstation o l’iPhone, altro che la pace nel mondo…
Ah, giusto per non lasciarvi nel dubbio, la prima più grande bugia della nostra epoca è quando una donna risponde “le mani” alla domanda “qual è la prima cosa che guardi in un uomo?”.
Il culo, guardano, altro che le mani…

L’Italia.
Guardatevi intorno e ditemi se il nostro Paese vi sembra un posto in cui è possibile fare qualcosa…
Lasciamo perdere la corruzione e il malgoverno, non ci pensate, non fate come me che l’altra notte, invece di dormire, schiumavo di rabbia mentre pensavo alle 19 Maserati blindate acquistate per portare a spasso generali e alti papaveri dell’esercito, gente che non fa, non capisce e non serve a un cazzo.
La Russa ha detto che costano meno dell’Audi: parlava di tutta l’azienda, il bastardo, sì?…
E poi, chi l’ha detto che ci vuole l’Audi? Se è gratis, vi fa schifo la Croma, parassiti di merda?
La Russa, lo sai che ci state chiedendo lacrime e sangue, vero?

Non posso rovinarmi la salute, devo riuscire a sbattermene i coglioni e  accontentarmi di fantasticare quando non riesco a prendere sonno: da piccolo fantasticavo di possedere superpoteri, poi di beccare mostruosi quantitativi di figa, poi di diventare più ricco di Creso…
Oggi sono arrivato a sognare di comandare un esercito di giustizieri, migliaia di kamikaze che uccidano tutti quelli che rubano i miei soldi e mi ridono in faccia.

Siamo impotenti, non riusciamo a fare nulla, anche le cose più semplici diventano problemi senza soluzione, tipo l’immondizia di Napoli.

Il problema è che non riusciamo a far rispettare le leggi, chi dovrebbe intervenire non lo fa.
Non vedevo “Le Iene” da una vita; un paio di settimane fa ci sono capitato sopra per caso e ho visto i tentativi di un’inviata, in Sicilia, nei panni di una privata cittadina che segnalava l’esistenza di una bisca clandestina a poche centinaia di metri da un commissariato.
È stata scientificamente ignorata da polizia e carabinieri, fino a quando ha tenuto la telecamera nascosta; poi è tornata con le telecamere bene in vista, allora qualcuno si è mosso, non prima di avvisare la bisca che stavano arrivando. Poi hanno fatto la scenetta di chiudere tutto e il giorno dopo la bisca era nuovamente in funzione.

Adesso voglio provare io a smuovere qualche culo, nei panni di un privato cittadino che si è rotto i coglioni.
Niente pace nel mondo, niente terapie anti crisi, solo il gusto di farmi spiegare da “chi di dovere” il perchè.
Niente grandi domande esistenziali, solo roba che riguarda la più gretta quotidianità.

Vi aspetto nei prossimi giorni ma vi avverto: stavolta mi serve davvero il vostro aiuto.

Dottordivago

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Oggi vi propongo un po’ di archeologia bloggistica, mandandovi a rileggere un vecchio post, per la precisione del 1 novembre 2008, come si evince dall’immagine.

4

A distanza di tre anni la storia si ripete, lo hanno rifatto: l’apertura di un megastore di elettronica si è trasformato in un manzoniano assalto ai forni.

In un momento di crisi, in uno dei Paesi più in crisi, in cui un popolo di precari e di sfruttati non arriva a fine mese, spremuti come limoni da una classe politica disonesta e incapace (e qui non c’è nessuna ironia), alcune migliaia di “nuovi schiavi” ha bloccato il traffico di una capitale per andare a comperare un televisore o un iPad scontati.

Questo è il link del vecchio post.
Solo un consiglio, e lo do a me stesso per primo: d’ora in poi, quando dice che tutta ‘sta crisi è una mezza invenzione, pensiamoci un attimo, prima di dare del pirla a Berlusconi.

Dottordivago

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simoncelli

Dottordivago

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001L’idea era di fare un “Cesso della stazione” con un volantino elettorale bulgaro, però veniva lunga, così rinuncio al laconico “cesso” e scrivo due belinate in più.

Il volantino se l’è ritrovato in macchina il mio vicino di capannone, rientrato fresco fresco stamattina dal ridente paesello post-sovietico dove  produce galleggianti da pesca, ciò che una volta produceva in Alessandria, dando lavoro a una decina di persone.
Per starci dentro con i prezzi, ovviamente, metà di quella gente lavorava in nero; poi un giorno è arrivato l’ispettorato del lavoro e gli ha fatto un culo così.
Lui ha pagato e contemporaneamente si è fatto due conti: stabilito che avrebbe dovuto mettere in regola tutte le persone che gli servivano, avrebbe dovuto lavorare per la gloria o alzare i prezzi, il che significava chiudere l’azienda.
Mentre cercava la quadra con le istituzioni per avere una qualche forma di aiuto per poter continuare con tutti i crismi della legalità, gli hanno quintuplicato la bolletta della Nettezza Urbana, visto che lui produceva “rifiuti speciali”.

Ora, uno che produce galleggianti da gara non sa cosa sia il poliuretano o i vari espansi: usa la balsa.
E la balsa, oltre ad essere il legno più leggero del mondo, è anche il più pulito, nel senso che non contiene resine o oli di nessun tipo, tant’è vero che viene usato negli affumicatori alimentari in Sud America, dove non cresce la betulla,  impiegata per affumicare i salmoni in Nord Europa.
Morale, la balsa potrebbe essere scaricata nell’organico.

Niente da fare: rifiuto speciale, bolletta quintuplicata.

La settimana dopo era in Serbia, a creare una società con un indigeno e ad assumere un po’ di gente a 150 euro al mese, contributi compresi.
Mò si è allargato in Bulgaria.

Non ho ben capito che elezioni abbiano in programma in Bulgaria ma ormai tutti i candidati fanno stampare volantini come quello che vi ho mostrato.
Volete sapere come si chiama quel nuovo tipo di volantino?

стил Берлускони

che significa

stile Berlusconi

Al mio amico lo ha detto il tipografo che gli fa le etichette, i blister e stampe varie.
Visto che è tutta roba da pesca, quindi destinata al 99,9% ai maschietti, il tipo gli ha chiesto se voleva qualcosa in “stile Berlusconi”, cioè con qualche donnina qui e là.
Ridendo, il mio amico gli ha dato dello stronzo, pensando che fosse una sua battuta, alchè il tipo gli ha fatto vedere le mail e gli ordini scritti, ovviamente in cirillico, in cui tutti quelli che vogliono un po’ di patata su etichette, confezioni o volantini, li richiedono espressamente in “stile Berlusconi”; i più politicamente corretti li richiedono “all’italiana”.
Poi ci incazziamo se ci ridono dietro…

Chiudo qua, non commento, anzi, mi sa proprio che, per dimenticare, cambio discorso.
Voi che sapete tutto di ‘sta macchina di merda, mi spiegate cos’è quella scritta “- Unfollow”  che compare sotto le varie barre, in alto a sinistra della schermata, nonchè in basso a destra nella porzione che riporto?

1

L’unica cosa che ho capito è che se uno ci clicca sopra, diventa “+ Follow”:

2

E poi, sempre a proposito della “bad word starting with F”, perchè nella bacheca, vicino a un paio di nomi di amici/commentatori  compare “- following”?

Sono tutte belinate che ho notato da poco e, pur non perdendoci il sonno, mi piacerebbe sapere cosa significano.

Ma non è mica finita, eh?

3

Cos’è quel numerino che compare sul grafico delle statistiche quando ci vai sopra col cursore?
Quale numerino? 
Fidatevi, compare sul grafico ma come faccio a farlo comparire se sposto il cursore per tagliare la porzione di immagine?

Va beh, se proprio qualche WordPressiano mi spiega ‘ste quattro cazzate, mi fa un favore.
Piccolo, ma io non dimentico…

Dottordivago

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121

…mi sarebbe piaciuto poter dire a quei due.

Invece, zitto e mosca.
A parte il fatto che estrapolare pochi secondi da un contesto, come si è fatto con la risatina, è la cosa più faziosa del mondo, come diceva non ricordo quale gesuita

Datemi una frase pronunciata da un uomo e ve lo farò impiccare

Resta l’insopprimibile sospetto che se la stessa domanda, nello stesso momento, avesse avuto come oggetto un altro Paese, la Merkel avrebbe mantenuto la solita espressione da Sfinge e Sarkozy sarebbe partito con la rispostina diligente sempre pronta, mandata a memoria, a cui basta solo cambiare il nome del Paese.

Invece l’Italia fa ridere.
E non solo in senso negativo, intendiamoci. 
Succede un po’ come con le nostre regioni del sud: ve ne ho già parlato ma lo ripeto, perchè, secondo me, l’esempio quaglia.
Io sono piemontese e, pur vedendo le porcate che fanno i politici locali, mi rendo conto che la mia regione è certamente centinaia di volte più affidabile e ligia alle regole civili, giuridiche e amministrative, che so, della Sicilia.
Però, se dichiaro la mia provenienza a chicchessia, questo non batte ciglio, mentre se lo fa un siciliano, la reazione è immediata: parte un sorriso sognante seguito dall’ineluttabile “bella, la Sicilia…”, che di per sè sarebbe pure vero ma state tranquilli che ve lo dirà anche chi non ci è mai stato, ignorando che tutte ‘ste bellezze sono vagamente mal tenute e dimenticando che si tratta del più grosso buco nel bilancio italiano, anche grazie al fatto di avere uno statuto autonomo che le consente di commettere qualsiasi efferatezza con i soldi pubblici. Ocio alla micro-divagata:

Volevo solo fare i miei complimenti vivissimi ai nostri governanti.
Bravi, aver dato l’autonomia amministrativa a una regione del sud è stato come dare un’American Express Platinum in mano a Paris Hilton ubriaca.
Considerando che già le quadrate regioni del nord, se autonome, fanno gli Aga Khan coi nostri soldi, immaginate cosa succede in Sicilia e in misura minimamente inferiore in Sardegna… No, non provateci, sareste come un romanzo di Jules Verne ai giorni nostri: superato, anzi, abbondantemente doppiato dalla realtà.

Quando si parla della Sicilia, si dice “bella”, a prescindere; quando si parla dell’Italia, la gente ha sempre sorriso, come quando si parla del figlio più vivace e lavativo ma, sotto sotto, forse il più amato.

Ecco… la sensazione è che oggi ridano due volte: una volta per abitudine, come abbiamo appena visto, l’altra per non piangere.
Certo, Berlusconi e i suoi comportamenti non aiutano a mantenere seri i partner europei; il suo governo, poi, con i suoi nani e le sue ballerine, nonchè la gente di tutte le appartenenze, anche extra PDL che mandiamo in giro…
Aridaije con la divagata:

Tanto per dirne una in cui Silvio non c’entra, vi riferisco quanto dice Alberto, mio carissimo amico, responsabile della sede italiana di un’azienda belga.
Una settimana sì e una no, Alberto va un paio di giorni a Bruxelles e mi racconta che se sull’aereo c’è una (evidenzio il femminile) europarlamentare italiana (evidenzio la nazionalità), tocca viaggiare coi finestrini aperti, tanto è intenso il profumo che emana.
A forza di trovarsi sugli stessi voli, spesso fa quattro parole con qualcuno di questi personaggi -uomini- toccati dalla Grazia, sotto forma di uno stipendio da favola e un gran bel cazzo da fare, ai quali ha proprio domandato se puzzano tutte così: «’E nostre sì, l’artre manco ‘e senti. Forse quarcuna dell’este, ma appena appena… Co’ qqueste… certi mar de testa!…»
Morale, a Bruxelles, quando arrivano le Italiane, giusto per ribadire la nostra serietà, sembra che sia “cambiata la Quindicina”…
Ecco, lo sapevo: mò mi tocca la divagoska, la divagata-matrioska…

Alessandria era famosa per i suoi casini.
Mi dicono che ce ne fossero di molto belli ma soprattutto c’era proprio la “Cultura della Putana” (eh lo so, spesso con “puttana” ci mangiamo una ti, oltre che patrimoni, aziende e, a quei tempi, cascine…)
Oddio, oggi sono incontenibile: divagoska terzo stadio!

Due poveracci, nel periodo tra le due guerre:
«Ier sira, an con ‘na sigula am son mängià ‘na mica ‘d pän (ieri sera con una cipolla mi sono mangiato una micca di pane)
« Mei an con ‘na brigna am son mängià ‘na caseina… (io con una prugna -figa, in dialetto- mi sono mangiato una cascina…)

Tornando ai casini, nei tempi in cui le cose erano fatte a modo, le ragazze duravano due settimane in tutte le Case Chiuse del Regno. Il cambio della Quindicina era un classico ovunque ma da noi era una festa: le ragazze venivano prelevate alla stazione e accompagnate in carrozza in questura, per la registrazione, cosa che accadeva ovunque, in Italia, tra mogli che strattonavano i mariti che si distraevano e sguardi di riprovazione dei passanti più bigotti.
Da noi, stranamente, i solitamente compassati alessandrini davano il meglio di sè, con fischi di ammirazione, sorrisi e strizzatine d’occhi, senza per questo venire ripresi dai passanti: una specie di brevissimo carnevale una settimana sì e una no.

Bene, tornando alle nostre “puzzone”, con la fama di puttaniere del nostro premier, è il caso di presentarsi come cocotte d’altri tempi?
Oddio, forse ho capito: sarà mica per coprire la puzza di Mastella?
Il quale, zitto zitto, si porta a casa quei venti o trentamila euro al mese, senza nessuna rottura di palle, manco Crozza o Vauro…
Dunque, se ho fatto i conti bene, dovrei aver chiuso tutte le parentesi che ho aperto.

Allora, stavamo dicendo della risatina europea, vero?
C’è da incazzarsi se quei due si fanno una risatina?
Incazzarsi come ha fatto la Marcegaglia? È più offensiva per l’Italia la risatina franco-tedesca o la ridarola irrefrenabile che avrà colto la nostra Emma nazionale quando ha rilevato il baraccone gallurese del G8 per un decimo del costo? Eppure la Marcy dice “Cazzo ridi?”

D’altronde, quali motivi diamo ai nostri vicini per ridere di noi?
A parte le storie vecchie, sarà mica perchè abbiamo presentato quattro manovre diverse in due mesi, per poi approvarne una quinta o sesta?
O perchè neppure noi sappiamo (io mi sono perso, dico la verità) se le Province continueranno ad esistere o no?
O perchè non sappiamo più cosa tagliare, se buono, o aumentare, se nobbuono?
O perchè parliamo di sacrifici mentre abbiamo più auto blu di tutta la Comunità Europea e Stati Uniti messi insieme, mentre i nostri amministratori che fumano sono obbligati ad accendere le sigarette con biglietti da 500 euri?

Che ridano pure, in Europa: io, se avessi un socio come l’Italia, non avrei la forza di ridere.
Ma di strangolarlo, sì…

Dottordivago

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Tornando alla Libia, mi rendo conto che per noi sarebbe stato economicamente e politicamente più conveniente inviare elicotteri a fare marmellata di dimostranti e tenerci buono Gheddafi, invece di mandare i bombardieri dalla parte “sbagliata”.
Ma “non di solo pane vive l’uomo”, qualche soddisfazione dobbiamo pure togliercela e se per tutto il resto basta pagare, alcune cose non hanno prezzo, tipo abbattere un assassino di migliaia di suoi connazionali e altrettanti di “foresti” di ogni parte del mondo, vedi Lockerbie e chissà quante altre infamie.

Sono quasi sicuro che questa soddisfazione, nonchè atto di giustizia, la pagheremo nell’immediato futuro.
In primis, perchè se mai riuscissero a formare un governo stabile e democratico, noi Italiani lo prenderemmo in quel posto: i Paesi che hanno un potere politico ed economico superiore al nostro ci mangerebbero in testa, sia nella ricostruzione che negli accordi futuri; in secundis perchè, indipendentemente da quel Saif Gheddafi che dice di volersi mettere a giocare al Mullah Omar, mentre cerca solo il modo di telare in un posto più confortevole, la più grande preoccupazione sono tutti quegli “Allahu Akbar” che hanno costituito la colonna sonora della rivolta e che nelle “disgustose immagini” del linciaggio di Gheddafi mi hanno disturbato più delle immagini stesse.

E se Dio vuole, parlando di quelle immagini, siamo arrivati al “Riavvia il sistema” del titolo.
Anzi, no, non ancora: ho ancora una curiosità.
Qualcuno mi spiega perchè ‘sto pirla è rimasto lì, prima a farsi mezzo ammazzare di botte, pigliarsi un bastone su per il culo e chissà cos’altro, per poi farsi ammazzare del tutto?
Io mi do due spiegazione, di cui una non mi piace.
La prima è che quando uno si abitua ad avere un potere quasi divino, certamente di vita o di morte sul suo popolo, anche la prospettiva di finire i propri giorni come tutti noi sogneremmo, cioè mangiandosi qualche miliardata di dollari o euri che avrà sparso in giro per il mondo, diventa una sistemazione non accettabile.
Oddio, il Gheddafi delle ultime immagini al potere, quelle dei baciamani e delle amazzoni, mostravano un uomo non in salute e probabilmente così era: visto che aveva già un pallino in un’ala, potrebbe aver deciso di giocare la carta del martire, ‘tanto non sarebbe durato a lungo.
La seconda è quella che non mi piace: ma vuoi mica dire che ci credeva veramente? Che volesse mantenere il potere nella certezza di essere la miglior scelta per il suo popolo e il suo Paese?
Se così fosse, allora avrei voluto vederlo davanti ad una Corte Internazionale a rendere conto del suo operato, capire il suo pensiero…
Giusto per potergli spiegare perchè sarebbe stato impiccato, così che potesse morire senza la convinzione di essere un eroe.

Un po’ come succede nel braccio della morte, dove negli ultimi giorni il condannato viene guardato a vista, nel timore che la tensione lo porti ad uccidersi, cosa che gli consentirebbe di eludere la “giusta punizione” e di morire per sua scelta, magari in modo più cruento ma più appagante.
Facendo un’eccezione per il caso di Gheddafi, in cui era giusto che il mondo avesse assistito al castigo, l’atteggiamento giuridico “non decidi tu, sono io che ti ammazzo” mi sembra una delle più grosse belinate del mondo: nel caso in cui uno fosse così disperato da ammazzarsi per evitare di essere ucciso, gli risponde l’ordine costituito, che stupidamente vuole mantenerlo in vita per poterlo ammazzare.
Mah… sarà, ma secondo me è come non mettere la spazzatura fuori della porta per paura che te la rubino.

Forse ce l’abbiamo fatta ad arrivarci, forse riesco a spiegare il titolo.
Vedendo le immagini degli ultimi minuti di vita di Gheddafi, anch’io, che sono per le punizioni esemplari, ho come un momento di compassione, salvo riprendermi pensando a chi era quel bastardo.
Poi sento:

I ribelli che lo stanno linciando sono peggio di lui, visto che è un uomo inerme e ferito…

A quel punto, se sei un giornalista o un opinionista o comunque un addetto ai lavori, ti senti in dovere di rilanciare:

No, siamo noi della Nato che li abbiamo aiutati, che siamo peggio di loro…

E poi qualcuno gioca il carico

No, è chi mostra quelle immagini che è peggio della Nato, perchè dà a tutti quanti un’audience mondiale…

«Oh cazzo -pensa l’altro- le risposte che sapevo le hanno già date loro… quindi

No, chi guarda quelle immagini è peggio di tutti, perchè crea un mercato della morte in diretta…

AAAALT!

 

Ferma un attimo: mò m’avete rotto i coglioni.
Riavvia il sistema, ripartiamo da zero.
E mettiamo dei punti fermi, i soliti, quelli che mandano avanti il mondo:

    • mamma ce n’è una sola
    • i negri hanno il ritmo nel sangue
    • Beck’s fa la birra e gli altri ci provano
    • per una grande parete ci vuole un grande pennello.

Ohhh… dopo questo micro Big Bang, dopo aver ricreato il tempo, lo spazio e aver ridato il giro per il verso giusto al nostro pianeta, chiariamo una cosa:

ha cominciato lui.

Questa mentalità sessantottina del cazzo, per cui la colpa è sempre di qualcuno o qualcosa a monte e mai dello stronzo in questione, è una cosa che mi dà il voltastomaco..

‘O Fetent’ è lui, non chi lo ha fatto cadere o chi ha seguito la vicenda.
Lo stronzo è lui, non io che guardo le immagini, chiaro?

E chi va per questi mari, questi pesci piglia: nel momento stesso in cui non ha concesso riforme e diritti civili che tutti reclamavano, nel momento stesso in cui ha deciso di massacrare il suo popolo anzichè ascoltarlo, Gheddafi sapeva che correva quel rischio e si è meritato quello che è successo; e quando ha cominciato a pensare che se avessero vinto gli altri, le cose sarebbero finite così, ma ha scelto di rimanere, è perchè ha accettato quel rischio.

Anzi, nel momento in cui ha spedito Re Idris con un calcio nel culo, più di quarant’anni fa, ha deciso di cavalcare quella tigre.
E se decidi di cagare nel ventilatore, devi accettare di prenderti gli schizzi.

Dottordivago

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Mi tocca parlare ancora un momento di Libia e dintorni perchè, secondo me, ci sono alcuni punti da mettere in chiaro, cosa che comunque non rimescolerà le carte sullo scacchiere internazionale ma… metti che oggi non abbiate niente, ma proprio niente da leggere… eh?

Per iniziare, una cosa la dovete spiegare a me: l’Europa, nell’intervento contro Gheddafi -non ci raccontino belinate del tipo “per proteggere i civili”…- e nella logica caduta del rais, cosa pensava di guadagnare?
Noi eravamo messi bene, infatti siamo stati gli ultimi ad accettare di dare un contributo fattivo, ma i super interventisti Francesi e Inglesi?
Saranno mica così stupidi da credere alle promesse di imperitura riconoscenza di quei quattro scaramacai che sparano per aria tutto il santo giorno?
Voglio dire, tra Francesi e Inglesi, ne avranno fomentate di rivolte e colpi di stato, no? E si saranno fatti le loro belle esperienze, no?

Nel merdaio che si verrà a creare nei prossimi mesi, per evitare che scoppi un’interminabile guerra tra bande, non c’è diplomazia che tenga, men che meno un prolungamento dell’intervento armato, Iraq insegna. L’unica cosa che funzionerà sarà ubriacare di soldi capi e capetti e riceverne qualcuno in pompa magna nei luoghi di potere che contano.
Ma più che altro servirà coprirli di soldi, più di quanti siano disposti ad investirne i sostenitori della Jihad, e questo nessuno lo può fare meglio della Cina, che si è già allenata con tre quarti di Africa e che ha tanti di quei soldi da far fare a chiunque la fine di Giorgino.
Ecco!  Adesso mi tocca divagare…

Giorgio + fisico tracagnotto = Giorgino, un ex amico.
Era un bravo ragazzo, cordiale e simpatico, di mestiere rappresentante, sposato con una brava ragazza, cordiale, simpatica e infermiera.
Al suo paese vive un suo amico e mio conoscente, un tale il cui padre ha grossi interessi in Svizzera e un patrimonio notevole, infatti lo ha sempre motorizzato Porsche dal primo giorno di patente e, quando ha avuto un età per fare qualcosa, gli ha comperato una mega discoteca che negli anni 90 richiamava gente da mezzo Nord Italia.Uno dei tanti business di papà erano i videopoker, già a livello europeo prima che noi Italiani, brava gente ma indietro come le balle del cane, li scoprissimo.
Quando anche da noi c’è stata la possibilità di installarli nei locali, papi ha deciso di calare in forze dalle Alpi ma non si fidava completamente della non-legge italiana a proposito di quelle macchinette.
Di conseguenza gli serviva una testa di legno a cui far fare il gran capo legalmente responsabile: uno da coprire di soldi, tanto in quell’affare ce n’era per tutti, ed eventualmente da mandare in galera, se qualcuno si accorgeva di quei miliardi di lire esentasse che giravano come caramelle.Giorgino era la persona giusta: fidato e non intelligentissimo; non ho detto stupido, semplicemente non abbastanza astuto da diventare pericoloso ma sufficientemente sveglio da capire che quello era il punto di svolta della sua vita e che, con le proprie forze, non avrebbe mai potuto ottenere di più.
Non doveva fare niente: per la parte commerciale c’erano gli Svizzeri, tutti Ticinesi senza problemi di lingua, per la parte tecnica è stata realizzata una struttura specifica.
Come molti attori a volte compaiono “as himself”, Giorgino metteva il nome e gli altri lo farcivano di soldi come una faraona alle castagne.

Con Giorgino c’era un bel rapporto anche se non ero intimissimo, più che altro andavamo sempre a cena insieme quando andavo al suo paese in visita ad un mio carissimo amico, a sua volta amico d’infanzia sia di Giorgino che del figlio del capo: questo è il motivo per cui ho notizie certe.
Il nostro uomo, finchè faceva il rappresentante, portava a casa i suoi due o tre milioni -di lire- al mese, cifra che negli anni 90 non era proprio una miseria.
Come mega direttore della Mangiasoldi Company aveva uno stipendio similare, per quanto riguarda la parte ufficiale, e una minima percentuale sugli incassi.

Quanto fa “una minima percentuale” di una cifra mostruosa?
Di preciso non lo so ma, al primo mese di attività, uno stupefatto Giorgino ha portato a casa più di 100 milioni.
Per i più giovani, l’equivalente odierno di centomila euri.
Lo ha confessato al mio amico, il quale ci ha creduto, visto che Giorgino sembrava rincretinito e non riusciva a smettere di ridere e balbettare; inoltre, la cosa gli è stata confermata dal figlio del capo, che si è pure sbilanciato con un poco sibillino “…ed è solo l’inizio, peccato che c’è sempre il rischio di andare in galera…”

Dal secondo mese Giorgino non ha più rivelato niente ma il figlio del capo sosteneva che era molto sopra al primo dividendo, cosa confermata dal fatto che in poco tempo Giorgino ha iniziato a dare segni di squilibrio, per poi sbroccare completamente dopo il primo anno.
Intendiamoci, non è impazzito a livello di sveglia al collo e scolapasta in testa: più che altro faceva cose del tipo minacciare il barista che gli faceva aspettare un secondo il caffè, dicendogli che a comperare lo stabile e dargli lo sfratto, lui ci metteva un attimo e adottando il suffisso “di merda” quando parlava di qualsiasi cosa non fosse un articolo da sceicco.

Ora gli anni d’oro sono finiti ma il gettito dell’impresa è sempre buono, se sommato poi al capitale accumulato e al fatto di non aver mai neppure rischiato un minuto di galera.
Però è sempre più squilibrato, nessuno gli rivolge più la parola, tranne qualcuno come lui e qualche straccione che vuole cibarsi delle briciole che cadono dalla sua tavola; inoltre la moglie ha subito più interventi di chirurgia estetica di Cher e anche lui continua a farsi piallare pancia e fianchi, oltre a mettere le solide basi per un melanoma, causa uso smodato di lettino abbronzante.

Insomma, è facile far diventare matto qualcuno a forza di dispiaceri, disgrazie e problemi ma è molto meno facile ottenere lo stesso risultato a botte di soldi: devi proprio dargliene tanti…

Che sarà poi quello che faranno i Cinesi in Libia.
Continua

Dottordivago

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Nota dell’autore: in questa categoria esprimo brevi pensieri in libertà, una specie di limitato firmamento di poche stelle opache.
Più realisticamente, trattandosi di pensieri miei, li considero pensieri/pennellata, come virgole di merda sulle piastrelle dei cessi della stazione.

cesso42

Cazzo! Cazzo!! Cazzo!!!
Proprio adesso doveva cadere, ‘sto pirla, proprio nel momento in cui l’Italia è meno pronta per prendere importanti decisioni di politica estera.
Chi se ne occuperà, ora, senza Lavitola?

Dottordivago

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Totò Gheddafi

Beccato.

gheBeccato nel suo paesello, come Totò Riina a Palermo, Provenzano a Corleone e Saddam Hussein a Tikrit.
Poi ne parleremo con calma, al momento mi corre l’obbligo, anche solo per il bene che gli ho voluto in passato, di mandare un avviso all’Uomo di Arcore: Silvio, se scoppia qualche casino in Italia, usa la fantasia, non nasconderti tra Lesmo e Vimercate…

 

Ma nel frattempo, vuoi non festeggiare uno stronzo che se ne va?
Sono tempi duri ma, come dice la canzone, anche quando ci sono nuvole nel cielo, non piangere, diffondi un po’ di felicità…

Even when the darkest clouds are in the sky
You mustn’t sigh and you mustn’t cry
Spread a little happiness as you go by
Please try
What’s the use of worrying and feeling blue
When days are long keep on smiling through
Spread a little happiness till dreams come true
Surely you’ll be wise to make the best of every blues day
Don’t you realise you’ll find next monday or next Tuesday
Your golden shoes day
Even when the darkest clouds are in the sky
You mustn’t sigh and you mustn’t cry
Spread a little happiness as you go by
I’ve got a creed for every need
So easy that it must succeed
I’ll set it down for you to read
So please, take heed
Keep out the gloom
Let in the sun
That’s my advice for everyone
It’s only once we pass this way
So day by day
Even when the darkest clouds are in the sky
You mustn’t sigh and you mustn’t cry
Spread a little happiness as you go by
Please try
What’s the use of worrying and feeling blue?
When days are long keep on smiling through
Spread a little happiness till dreams come true
Surely you’ll be wise to make the best of every blues day
Don’t you realise you’ll find next monday or next Tuesday
Your golden shoes day
Even when the darkest clouds are in the sky
You mustn’t sigh and you mustn’t cry
Spread a little happiness as you go by
Surely you’ll be wise to make the best of every blues day
Don’t you realise you’ll find next monday or next Tuesday
Your golden shoes day
Even when the darkest clouds are in the sky
You mustn’t sigh and you mustn’t cry
Spread a little happiness as you go by

Dottordivago

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Nel senso che quando vedi uno come quello lì, gli spari in testa con una bella Glock, tipo quella della foto.
Ovviamente, oltre ad essere la miglior pistola del mondo, la Glock mi serviva per la rima, poi va bene anche roba meno da specialisti, tipo una Beretta se volete aiutare il Made in Italy o una CZ ceca, per risparmiare due lire; oppure, se siete gente da Commercio Equo e Solidale, anche una Taurus brasiliana. Come calibro starei su un tranquillo 9×21, che non è tutto ‘sto di più ma, da pochi metri, in certi crani fa veramente un lavoro egregio, anzi, direi un figurone.
A volte dico minchiate del genere tanto per dire qualcosa, stavolta no: se io sapessi come defilarmi dopo il fatto, con l’assoluta certezza di farla franca, cioè di non andare in galera, giuro che qualche stronzo del genere lo lascerei in terra.
Ditemene pure di tutti i colori: se potessi, lo farei, giuro. 
Purtroppo è destinato a restare un pio desiderio. 
Purtroppo il nostro non è un mondo perfetto e le soluzioni migliori quasi sempre sono improponibili. Ne vogliamo vedere un’altra?

Ero un bambino.
Un giorno, durante un’amichevole sassaiola nel cortile di casa dei miei nonni, ho centrato un mio compagno di giochi, che si è messo a piangere come una fontana. Mia nonna mi ha prima sgridato (mia madre mi avrebbe pelato), poi mi ha raccontato la vecchia belinata di quel bambino che tirava sempre i sassi, così un giorno, mentre aveva il braccio in alto, pronto al lancio, Gesù gli paralizzò il braccio in quella posa e lo sfigato se lo tenne così per tutta la vita, privandolo, di fatto, del sublime piacere del pippone a due mani.

Mi piacerebbe molto che l’anatema di mia nonna fosse vero e che il buon Gesù potesse congelare uno dei Black bloc mentre sta facendo danni. Anzi, sarebbe ancora meglio che lo congelasse una mattina, nel momento in cui si stira: tutta la vita a braccia e gambe tese, tipo Uomo Vitruviano di Leonardo, magari pure con la schiena inarcata. E dove vai, combinato così? Pensa che pena, passare tutta la vita facendo i conti con degli ingombri da pianoforte a coda, magari con un insopportabile e persistente prurito al culo…
Gran bastardata, eh?
Cosa vuoi mai, al buon Gesù, coi dovuti modi gli togli pure le mutande ma, come tutti quelli buoni… ragazzo mio, prega di non vederlo mai incazzato…

Purtroppo, visto che non mi risulta che un condannato a morte di duemila anni fa sia in grado di fermare certa gente, tocca pensarci noi.
È già stato detto tutto, ora è il momento delle soluzioni reali, non delle chiacchiere, quindi scordiamoci subito quella che sarebbe la soluzione più logica, le cosiddette “Istituzioni”.
Vedere due Carabinieri scappare a gambe levate mentre qualche stronzo gli incendiava il mezzo, mi ha fatto male al cuore e questa cosa rafforza la mia stima personale per Mario Placanica, quello che a Genova, in una situazione analoga, ha steso quel coglione di Carlo Giuliani. Non ho ancora proposto SuperMario per un onorificenza semplicemente perchè, come dico sempre, ha sparato due colpi e ne ha coricato solamente uno: siamo alle solite, il ragazzo potrebbe fare ma non si applica…

Poi devo sentire il Ministro dell’Interno che elogia il comportamento delle Forze dell’Ordine che “hanno evitato per quanto possibile lo scontro diretto…”
Cioè, fatemi capire: se ai Black Bloc gli lasciavano abbattere anche il Colosseo a picconate, ai poliziotti gli davano pure l’aumento? (“gli” rafforzativo, nds) 
E i 20 Finanzieri rimasti feriti, cosa ci facevano lì? Sì, certo, quando sette o otto saccheggiatori sanno che uscendo senza scontrino da quel bar che hanno appena devastato, si ritrovano uno che gli “appioppa un bel verbale”… oh, ci pensano due volte, eh…
Ma dimmi te, la Finanza… Piuttosto, trattandosi di animali, perchè non fare intervenire la Forestale?

Ormai dico sempre le stesse cose, come i vecchi, ma lo ridico: non so se provo più disprezzo o ammirazione per le cosiddette Forze dell’Ordine.
Da un lato si tratta di dipendenti pubblici che, invece di stare in strada, intasano uffici per poi lamentarsi di carenze di organico, dall’altro penso sempre “chi glielo fa fare”, considerato che un qualsiasi arrestato esce dalla Questura prima di loro, che devono fermarsi in ufficio per redigere il verbale.
E tra darsela a gambe come un ladro di galline o finire in tribunale, se non in galera, per aver sparato ad un coglione, è sempre meglio la prima.
Possibile che dobbiamo mandare alla guerra alcuni panzoni impreparati e donne alla disperata ricerca di uno stipendio? Gente che al primo schiaffo ha una crisi isterica?
È persino comprensibile che ‘sta benedetta gente perda il bene dell’intelletto e che poi randelli quelli che non c’entrano un cazzo, meno svegli dei tossici/anarcoidi/punkabbestia quando è ora di telare.

Porca troia, esportiamo in tutto il mondo più “Forze di Interdizione” che abiti di Valentino, più Incursori che Vespa, più Folgore e Lagunari che spaghetti e penne. E non riusciamo ad avere in casa nostra un migliaio di figli di puttana con due coglioni così, preparati per queste occasioni e con le mani libere?
Parlo di ragazzi preparati fisicamente e psicologicamente, equipaggiati come si deve, con armi non letali e pallottole di gomma, che se ben usate… qualche soddisfazione ce la possono pure dare… d’altronde, non sarebbe quella gran perdita, no?… 
Scherzi a parte, soprattutto nell’interesse di chi va in piazza per protestare pacificamente, meglio avere a che fare con professionisti che non perdono la testa -propria- ma ne rompono qualcuna -altrui- di quelle giuste.
E non venitemi a raccontare la storia di “chi controlla i controllori?”: in casi del genere la presunzione d’innocenza, le garanzie costituzionali e i bla bla bla sono solo chiacchiere e, come tali, stanno a zero.
Qui non siamo in Siria, nessuno ti spara se protesti. Ma se fai danno, la regola dovrebbe essere:

Hai il volto coperto, il casco e stai bruciando un’auto? Beh, compralo bello robusto, il casco, perchè io ti sparo in testa.

Non si può, eh?
Però, almeno un paio di costole, giusto per sentir male solo quando respiri…

I nostri maledetti politici del cazzo non riescono a capire che addestriamo truppe per fare la guerra a casa d’altri e siamo impreparati per quello che appare sempre più come il vero teatro di guerra futuro: le nostre città.
E non vogliono capire che la gente deve ricominciare ad andare in galera, i poliziotti devono sapere che se fanno ciò che è lecito e logico, cioè arrestare qualche stronzo, la fatica e il rischio non saranno stati inutili.

Ora, è mai possibile che l’altra sera io fossi d’accordo con Bruno Vespa?
A parte quando ha incalzato un annaspante Ferrero, mister “CCCP FEDELE ALLA LINEA”, che quasi cercava giustificazioni per i vandali, a parte quando gli ha domandato se è un paese normale quello che per due anni ha dedicato una sala del Senato a

Carlo Giuliani

  testa di cazzo, mancato assassino

a parte tutto questo.
Ma mi è piaciuto, Vespa, per quei cinque minuti in cui l’ho seguito, soprattutto quando domandava come mai negli Stati Uniti, dove non è successo niente e la protesta è stata pacifica, ci sono stati centinaia di arresti, mentre a Roma, che sembra sia stata bombardata e che qualcuno abbia cagato nel ventilatore, ci sono stati dodici arresti.
E quell’altro non voleva riconoscere che se a spaccare tutto c’era un migliaio di stronzi dei centri sociali, il problema ha un nome e un cognome, oltre a quattro malati di violenza e adrenalina che girano l’Europa rompendo i coglioni sotto tutte le bandiere; il compagnuccio ha anche ricordato che alla Diaz di Genova le molotov ce l’hanno messe i poliziotti. Verissimo, a parte il fatto che non c’entrasse un cazzo con i mancati arresti di Roma ma lo capisco, era in affanno e tentava di preparare il terreno per piantare il seme del dubbio, il solito di queste occasioni: gli infiltrati.
Per carità, tutto è possibile; però, quando per disgrazia ne blindano uno, fotografato in flagrante devastazione, è sempre di quella razza di merda lì: i figli bastardi della sinistra, rinnegati in pubblico ma coccolati in segreto.
Anche se molti sono solo bastardi e non figli, visto che non sono di sinistra; ma l’importante, per gente come Ferrero, è essere “contro il sistema”.
Dice: «Molti di quei ragazzi sono universitari…»
’Spetta, Ferrero: sono lavativi parcheggiati all’università, è diverso…

Questa cosa mi ci voleva proprio: ormai da qualche anno sono così disgustato da Berlusconi e i suoi picciotti, da aver avuto un lento avvicinamento alla sinistra, anche se è stato più un allontanamento da questa destra; insomma, stavo inconsciamente e gradualmente andando in un posto in cui non volevo andare, come quando ti addormenti in autostrada e ci metti un paio di km per piallare la macchina contro al guardrail. 
Gente come Ferrero è il Lato Oscuro della Forza.

Tossici/anarcoidi/punkabbestia a parte, per le strade di Roma c’era tanta gente per bene, quelli davvero indignati, come me ma meglio di me, perchè loro erano lì e io no. Ho molto apprezzato il loro comportamento, soprattutto quando un po’ di brava gente a volto scoperto ha unto il cuoio a qualche Black Bloc, come si vede in alcuni video.
Bravi, ragazzi, molto bravi.
A proposito, per chi votate?

Dottordivago

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