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Archive for 13 ottobre 2011

Quello che era l’Albergo Diurno, rigorosamente vicino alla stazione ferroviaria, pensato per gli eleganti viaggiatori della Belle Epoque e dei Telefoni Bianchi, diventato poi un servizio di pubblica utilità per chi, in pieno Miracolo Italiano, non possedeva ancora un bagno, poi degradato a poco più che centro di accoglienza per barboni e matti negli anni 80, non ha retto all’incuria e al degrado del nuovo millennio -mi raccomando, non confondete mai progresso e civiltà…- privando le città di quello che sarebbe potuto essere un luogo molto importante per i nuovi arrivi da tutto il mondo, il popolo delle baracche e dei bilocali abitati da venti persone.

E l’Europa?
Mi sa che siamo agli anni 80 del “Diurno”: stiamo in piedi per miracolo.
Continueremo a riempirci di sbandati? Mortificheremo la Panzerdivision tedesca associandola ad un’Armata Brancaleone peggio dell’attuale?
Faremo la fine del Diurno a causa della pessima clientela? Vediamo un po’…  

  • nel 2013 arriverà la Croazia;
  • Islanda, Macedonia,  Montenegro e Turchia sono “Nazioni Ufficialmente Candidate”;
  • Albania e Serbia hanno presentato domanda di adesione;
  • Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono potenziali nazioni candidate.

Sfiga vuole che il Congobbelga spesso citato da Totò non esista più, sennò con un nome così tiravamo dentro pure quello…
Ora la domanda è: a ‘sta gente potrà pure convenire ma a noi, chi cazzo ce lo fa fare? Qualcuno si è dimenticato la massima più celebre di Max Catalano, quella che dice

È molto meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira

Vogliamo rilanciare l’ immagine dell’Europa nel mondo, vogliamo “confrontarci alla pari con USA, Cina e Potenze Emergenti sul Mercato Globale”…
E ci tiriamo in casa ‘sti quattro disgraziati morti di fame?
Come se la FIAT, nel momento di peggior crisi, invece di Marchionne e John Elkann avesse messo a capo dell’azienda Tanzi e Cragnotti, con i Mutilatini di Don Gnocchi alla produzione.

Come se noi, in un momento di grave crisi, avessimo un governo ostaggio di Scilipoti e che pensa solo alle intercettazioni e alla gnocca… E un’opposizione isterica che sa solo gridare “Dimissioni”…  Assurdo, no?

Dico io, trascurando per un momento il fatto che non ci cagano quanto siamo lunghi, non potremmo tirare dentro la Norvegia?
Per chi non lo sapesse e continuasse a considerarlo un posto da merluzzi, zitta zitta la Norvegia quest’anno ha superato Venezuela e Kuwait nella produzione di petrolio. Ed è pari con l’Iraq, con la prospettiva di superarlo nel 2012, per poi fumarsi gli Emirati Arabi entro il 2013.
Giovani… questi fanno un culo così ai paesi del Golfo Persico… e sulla produzione di petrolio, non nella Coppa del Mondo di Sci.

E noi?
Noi, che la sappiamo lunga, stiamo anche noi guardando a nord: l’Islanda.
Oh Signùr… ma questi sono gli unici più indebitati di noi!…
E non come noi che, con il nostro debito pubblico, i debiti ce li abbiamo con noi stessi… questi hanno proprio i gobbi, i puffi… hanno i creditori sotto casa che li cercano… e lo dice il Sole 24 Ore:

Gli islandesi sono furiosi e determinati, e hanno convinto il presidente della repubblica, Ólafur Ragnar Grímsson, a porre il veto alla legge con cui l’isola ratificava gli accordi con Gran Bretagna e Olanda per rimborsare i correntisti europei della Icesave, fallita nel 2008.
La legge, che pone a carico di ciascun islandese un “peso” di circa 13mila euro, è fortemente contestata dai cittadini, ai quali toccherà ora esprimersi con un referendum. Molti, sull’isola, pensano che sia ingiusto che gli errori dei banchieri e della Banca centrale che li ha mal controllati e ha mal gestito i conti con l’estero dell’Islanda, gravino ora su tutti i contribuenti.

E noi, cosa dovremmo dire? Da 40 anni i nostri politici più che amministratori sembrano ubriachi in un bordello… Oh, se dire “io non c’entro” vale per i Culi Freddi, allora non diamo più un cazzo a nessuno pure noi, giusto?
Assolutamente no, perchè…

Rejkyavik ha evitato il collasso economico grazie a prestiti per 10 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale e di alcuni paesi partner ed è stata in qualche modo costretta ad avviare le procedure per l’adesione all’Unione Europea.

Eeehhh???
Oh, ferma la mula… Allora, nel momento in cui abbiamo appurato che questi sono dei suola e che ora di pagare non sentono cazzi, noi gli diamo ancora dei soldi. E dopo averlo fatto, gli mangiamo la casa per garanzia?
No, ce li tiriamo in casa nostra, li costringiamo!
Gente, qualcuno mi svegli: sto facendo un brutto sogno, vero?

Già ‘sto fondo salva stati non mi è mai piaciuto: troppi soldi, troppi giri, troppi passaggi, troppo stupido dare soldi alle banche invece di salvare i posti di lavoro che le banche hanno messo a rischio con i loro giochi.
Notizia dell’altro ieri: Malta approva il decreto salva stati, così, se ce ne sarà bisogno, saranno pronti ad aiutare il prossimo con quei venti o trenta euro che rappresentano il loro PIL.
In compenso, roba di ieri, la Slovacchia non è sicura di approvarlo. Proprio dall’intervista ad un vecchio Slovacco, parlando del salvataggio della Grecia, è uscita una delle cose più sensate di questo periodo:

Perchè continuare a mettere soldi in tasche bucate? Noi abbiamo fatto molti sacrifici per entrare in Europa, ora li facciano loro per rimanerci…

Oh mama… la Grecia…
Stiamo pompando fiumi di soldi nella più antica, perfezionata e sfacciata macchina da corruzione che sia mai esistita.
Questi combattevano le più famose guerre dell’antichità quando noi ci ammazzavamo ancora a calci nel culo, quando noi non avevamo una lingua e una scrittura loro avevano già i filosofi, i matematici e gli astronomi.

Pensate: quando noi abitavamo nelle grotte, loro erano già froci!…

‘Sta gente ha tre o quattromila anni di corruzione alle spalle, non hanno niente da imparare da nessuno; pensate al nostro meridione e poi moltiplicate per tre ruberie e corruzione e a malapena ci andate vicino, alla Grecia.
E noi dovremmo salvare Grecia e Portogallo.
Da cosa? Dall’annegare in quel mare di soldi che gli abbiamo mandato in vent’anni?

Come dicevo, sono stato in quei posti negli anni 80 e sembravano l’Italia dell’immediato dopoguerra. Poi nel 2006 ho fatto un viaggio in auto da Lisbona alla costa sud, quasi al confine spagnolo, fermandomi in ogni paese dove c’era un posto che ci piaceva: oh, ovunque mi fermassi, c’era un bel cartello col simbolo dell’Europa e una cifra di svariati milioni di euro da fulminare in qualche minchiata lì, in quel posto. Se passate da quelle parti, non sono paracarri strani, quelli che vedete ogni cento metri, e non sono neppure semplici cartelli: sono montagne di soldi nostri.

L’anno scorso sono andato a Cefalonia.
C’è stata una giornata di vento forte e noi, approfittando del fatto che eravamo su un’isola, ci siamo fatti un bel giro per cercare il lato riparato. Non l’abbiamo trovato, l’isola è troppo grande per girarla tutta in giornata, soprattutto se dopo ogni promontorio ti fermi per goderti il panorama e per sentire come tira l’aria.
Stavolta ci ho proprio fatto caso: in una cinquantina di km di costa, sono arrivato a un’ottantina di milioni di euro nostri, sommando i cartelli che spuntavano ogni due curve.
Ah, tutti lavori che dovevano già essere terminati, quindi ci saremmo dovuti trovare in una specie di Croisette o di Promenade des Anglais.
Invece eravamo circondati da pietre. PIETRE, che Dio li maledica…
Continua.

Dottordivago

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