Caro Pinetz, stavo seguendo da osservatore esterno il tuo garbato e laconico scambio di battute con la mia amica Elena, un po’ come farebbe il curato che controlla che i maschietti del coro non mettano le mani sotto alla gonna delle femminucce.
Non mi sarei intromesso se tu non fossi uscito con l’infelice "non fare battute".
Ma hai presente che testa di cazzo sono?
Dirmi "non fare battute" è un po’ come dire
– ad un neonato "non pisciarti addosso"
– ad un bambino di sei anni in un prato "non correre"
– ad un figlio adolescente "non rompere i coglioni"
– al Silvio e al Walter "non raccontate balle in tv"
– alla buonanima di Moana Pozzi "non toccare quei cazzi"
Oppure è come dire "non pungere" ad uno scorpione.
C’era uno scorpione che fuggiva nella foresta in fiamme, e correva, e correva, finchè si trovò la strada bloccata da uno stagno; pensò:"Se salto nell’acqua non brucerò, ma annegherò certamente". Mentre pensava vide una rana nell’acqua e cominciò a gridare:"Ehi, vieni qui, aiutami! Fammi salire sulla tua schiena e portami in salvo dall’altra parte, ti prego!".
La rana, che era un’anima candida, gli rispose:"Io ti aiuterei, ma chi mi dice che, mentre ti sto salvando, tu non mi punga?"
Lo scorpione le fece notare che lui non sapeva nuotare e che, se l’avesse punta, lei sarebbe morta ma lui sarebbe annegato, quindi…
La rana si lasciò convincere e se lo caricò sulla schiena. Quando furono in mezzo allo stagno lo scorpione cominciò a desiderare di pungere quella schiena morbida e cicciosa ma strinse i denti e si trattenne.
Ma solo per poco: la forza di volontà non fu sufficiente e così conficcò il suo pungiglione mortale nella schiena della rana che cominciò a tremare negli spasmi dell’agonia, facendo cadere in acqua l’ingrato passeggero. Con le ultime forze guardò lo scorpione e disse:"Perchè …mi hai …ucciso? …Ora morirai… anche tu".
Con il poco fiato che gli restava lo scorpione già mezzo annegato le rispose:"Lo so… è che sono fatto così…"
Ora mi sta giusto venendo voglia di inventare una perfida bugia e raccontare a chidicoio che fai il cascamorto in rete ammansendo caramelle virtuali alle sconosciute e per di più sul mio blog, obbligando i miei occhi innocenti ad assistere a tutto questo sconcio.
Questo è un blog serio, non è mica una confortevole Citroen DS nel parcheggio di una discoteca, nei primissimi anni ottanta, dentro cui finivano, con la fresca conquista, tutti quelli che broccolavano in sala.
Non voglio mica ritrovarmi come il padrone di quel lupanare a quattro ruote, a ripulire e a smadonnare "cazzo, i sedili in pelle…porca troia!"
Pensandoci bene, credo che non farò nè battute nè scherzetti perfidi: forse non ti abbiamo mai ringraziato abbastanza…
Dottordivago