Ci sono gli stupidi ed i stupidi, forma contratta di “i più stupidi”.
Come da programma, gli stupratori di Guidonia sono in carpione.
In prigione, al gabbio, ditelo come volete: l’importante è che li abbiano presi.
E su questo non avevo alcun dubbio: non che io ritenga le nostre forze dell’ordine in grado di venire a capo di ogni crimine, tuttaltro, sono quelle che ci meritiamo, come i politici.
Molto più semplicemente, la mia certezza si basava sulla consapevolezza che ‘sti stupidi si sarebbero fatti beccare commettendo qualche cazzata.
Gli elementi propulsivi delle indagini sono due: la soffiata e la stupidità di molti criminali.
Scordatevi il tenente Colombo che trova una cartina di minerva col nome di un locale di Los Angeles, ci va a farsi un giro e parlando con un cameriere scopre che il proprietario era in Vietnam con un tale, diventato un influente politico che, nel corso di una chiacchierata sul campo da golf, gli dice di andare a cagare; questa cosa lo porterà a rompere le palle a mezza California finchè va a sbattere il muso nel colpevole.
Qui funziona diverso: fatto il colpo, tutti i criminali vogliono la fetta più grossa e quello che si becca le briciole manda gli altri dritti in galera con una soffiata.
Oppure organizzano il colpo in sei, lo mettono a segno in cinque, perchè sennò tocca prendere due macchine -vuoi mica fare le rapine con la Multipla…- e quello tagliato fuori li tromba.
Oppure entra in gioco la stupidità: oggi la minchiata che va per la maggiore è quella di rubare, già che ci sono, il cellulare della vittima e cominciare ad usarlo per i cazzi proprii, come quei rumeni svelti d’uccello e lenti di cervello. Uno di loro, poi, si credeva un genio del male ed ha buttato la sim, “così non mi beccano”: è durato mezza giornata.
Ormai il cellulare è meglio delle impronte digitali e dei Nas: quanti assassini sono stati presi grazie al fitto scambio di telefonate con la vittima?
Una marea.
E quanti politici sono finiti in galera a causa di compromettenti esternazione telefoniche?
…No, ho sbagliato esempio, ma ora mi ripiglio.
Un’altra?
Un’altra.
Quando vi parlo di cinema, cito sempre roba nazionalpopolare, anche se di classe: ricordate Un’adorabile infedele, 1984, con Nastassja Kinski e Dudley Moore? E’ una commedia esilarante, in cui il marito sospetta il tradimento della moglie e decide di ucciderla: finchè progetta e fantastica, Dudley è una spietata macchina di morte che si muove sul filo dei millimetri e dei secondi; quando tenta di realizzare il diabolico piano non ne azzecca una; per fortuna, visto che l’adorabile Nastassja è donna costumata ed innamoratissima. E tutti i salmi finiscono in gloria.
Nella realtà succedono le stesse cose.
Questa storia non fornisce un ritratto lusinghiero dei malavitosi alessandrini, ma ve la racconto lo stesso, anche perchè, a giudicare dal nome, il nostro eroe proprio alessandrino alessandrino non era: pochi anni fa, un stupido (giustifichiamo il titolo…) decide di rapinare un ufficio postale e, per stare nelle spese, sceglie un paese vicino e ci va con la sua macchina; il piano è chiaro, l’uomo è pronto e determinato.
Entra duro e deciso, tant’è vero che dopo un attimo esce col bottino; arriva alla macchina e… scopre di aver dimenticato le chiavi sul bancone dell’ufficio postale!
Si rende conto che, non dico l’FBI “del Kansas City” (ancora grazie, Albertone ), ma anche i Carabinieri del paese, con le sue chiavi in mano, lo beccano in due giorni.
Torna indietro di corsa ma i rapinati, che erano corsi fuori in attesa dei Carabinieri, lo vedono arrivare e si barricano dentro.
Lo scemo li supplica di dargli le chiavi, poi minaccia, poi va in caserma coi Carabinieri che nel frattempo sono arrivati.
Marca bravo a Gambadilegno.
C’è poi un mix devastante, per un’onorata carriera criminale: la stupidità unita alla soffiata.
Ricordate l’omicidio Gucci?
Circa un anno dopo l’omicidio, quando ormai le indagini sono alla frutta e la polizia brancola nel buio, un delinquentello da due soldi prende una camera in un alberghetto di Milano e per qualche giorno fa il fenomeno col custode, un altro mezzo scemo; stufo di sentire l’ospite che se la tira da genio del crimine, un bel giorno il custode gli dice “Và che anche io non sono mica un pirla: sto aspettando un mucchio di soldi da una maga, amica della vedova di Gucci; quella voleva eliminare il marito e ci abbiamo pensato noi. E chi è lo scemo, adesso?”.
Il delinquentello, che aveva qualche conto in sospeso con la giustizia, dopo due minuti era in questura a raccontare tutto: morale, tutti dentro.
Anni fa, mi raccontava un amico poliziotto, avevano un sistema acchiappastupidi quasi infallibile: dopo una rapina, si mettevano a frequentare assiduamente i vari night club della provincia e si facevano dire chi fossero, in quel momento, i migliori clienti, quelli che stappavano più bottiglie e tappavano più puttane: quasi sempre erano gli autori della rapina.
Cari ragazzi, mai come oggi è stato facile beccare qualcuno: il problema è condannarli, con tutte le leggi che i politici hanno fatto per salvare il proprio culo, leggi che, alla lunga, devono valere per tutti.
Se poi, per somma sfiga, un criminale viene condannato, non c’è il posto dove metterlo e, nel migliore dei casi, finisce ai domiciliari.
Dico io, ma se ti nasce un bambino, cambi casa con una più grande o, come minimo, cambi macchina; se aumentano gli ammalati, si costruiscono gli ospedali, salvo poi lasciarli incompiuti, ma si fanno; i cimiteri, rispetto a centanni fa, sono grossi il triplo.
La rete stradale non ha seguito l’aumento del parco autovetture ma in cinquantanni è aumentata dieci volte.
Le galere non si toccano.
Abbiamo 48.000 posti al fresco, con 60.000 detenuti, più non so quanti ai domiciliari: facciamo un bel capannone e li sbattiamo dentro?
No, li liberiamo.
Porca puttana, negli Stati Uniti, in galera c’è il 2% della popolazione, da noi l’uno per mille: 60.000, non uno di più.
Cos’è, l’Europa ci ha attribuito le quote come per il latte?
Il problema è politico.
Ma parlando di politici devo passare ad un altro post: lo intitolerò “I stronzi”.
Dottordivago