Sto raschiando il fondo del barile.
A fronte di tanta gente che si lamenta, io sto lavorando parecchio.
Oddio, il tempo per scrivere due cagate, ce l’avrei; solo che dopo discussioni, spiegazioni, conti, preventivi e programmazioni, ora di mettere giù due pirlate ho il cervello che mi sembra di averlo giocato mezza giornata in un flipper.
È un peccato, mi viene a mancare la gratificazione del dialogo, della concentrazione, dell’argomento avulso dal lavoro, della discussione: passo le giornate parlando con clienti che pendono dalle mie labbra, semplicemente perchè ne so più di loro, come è logico che sia; oppure parlo con gente che pago, quindi ho quasi sempre ragione io, mentre con gli amici capita raramente di affrontare un argomento serio.
Poi ci siete voi.
E qui, ogni tanto, capita anche di dirsene educatamente quattro, esponendo ognuno il proprio pensiero, cosa che trovo più stimolante che parlare tutto il giorno di finestre.
Ah, a proposito, una comunicazione di servizio: il 2010 è l’ultimo anno buono per ottenere la detrazione fiscale del 55% sull’acquisto di serramenti; se pensate di provvedere, pensateci entro l’anno, dal primo di gennaio è troppo tardi.
Se qualche lettore lontano volesse saperne di più, può mandare due righe al qui presente Piero Angela del serramento, in vena di regalare consulenze.
Ok, finito.
Rispondo all’ Enricone nazionale .
È una storia vecchia ma mi ero riproposto di rispondergli, cosa che ho fatto ma che non mi andava di pubblicare; lo faccio con oltre un mese di ritardo, visto che mi sono ritrovato il post bello che pronto: in questo senso sto raschiando il fondo del barile ed anche nel senso che mi sembra un post di seconda scelta ma il tempo e le energie per roba di prima, al momento, scarseggiano.
Quindi, o vi accontentate o andate a farvi una bella passeggiata in qualche bel posto fresco, che è pure meglio.
Copio e incollo il vecchio post.
Enrico, letto il post Il sionista Bastiano , mi manda il seguente garbato commento:
Molto sommessamente volevo solo aggiungere che il blocco navale a Gaza è unilaterale e illegale e non approvato dall’ONU. Inoltre un’ azione di questo tipo in acque internazionali viene comunemente denominata pirateria. Concordo che se cerchi di difenderti dai pirati con dei bastoni, sei un coglione e finisci ammazzato.
Messa così, Enrico, avresti quasi ragione.
Ma io sto comunque con i cattivi.
Togliamo subito di mezzo l’approvazione dell’Onu: parliamo di gente che non riesce a fare tò-tò sulle manine a Libia, Iran, Corea del Nord, Sudan e compagnia cantante, gente che prima di spianare Milosevic –e ci voleva poco- ha aspettato che facesse quasi pari con Stalin, parlando di genocidi.
Per non parlare di Saddam.
Sono un piccolo fan degli Israeliani: non ho motivo nè di amare nè di odiare gli Ebrei come persone; anzi, se proprio devo dirla tutta, mi stanno un po’ sul culo come tutti i popoli che improntano la proprio vita sulla base di dettami religiosi: ebrei, musulmani, cristiani, buddisti e creduloni assortiti non hanno mai avuto la mia simpatia, qualunque Dio essi adorino.
Ma gli Israeliani, parlando di quelli che non battono la testa contro il Muro del Pianto, quelli che hanno trovato deserti e pietraie e li hanno trasformati in giardini, quelli che rappresentano una percentuale numericamente ridicola dell’umanità ma che vincono più Nobel di chiunque altro, quelli mi piacciono parecchio.
Anche se, a volte, la fanno fuori dalla tazza.
Li capisco: hanno subito, nei secoli, tutta una serie di soprusi e violenze per cui mi sono venuti su un pochino teste di cazzo.
Provate voi a vivere da Ebrei nell’Europa cristiana degli ultimi 2000 anni; il primo che si svegliava male o che era andato in rosso in banca vi etichettava come “eretici” e, considerato che gli ebrei sono sempre stati bravi a far soldi, la definizione di “assassini del Cristo” era una specie di codice del bancomat: urlava a squarciagola la password e vi dava un sacco di mazzate, dopo di che si prendeva tutti i vostri averi; mi sembra di ricordare un Re d’Inghilterra, roba di 500 anni fa malcontati, catturato dai Francesi, il cui riscatto è stato pagato confiscando le proprietà di tutti gli Ebrei del regno.
Oppure provate voi, al giorno d’oggi, a vivere in perenne allarme, provate voi ad essere circondati da Stati che prevedono nella propria Costituzione –o che comunque auspicano- la vostra distruzione.
Per non parlare dei vicini di casa; quelli di Israele non camminano per casa con gli zoccoli, non buttano le cicche dal balcone, non hanno il cane che abbaia tutto il giorno: quelli lanciano i razzi Kassam, che non saranno un’arma di distruzione di massa ma sono sempre un gran bel dito nel culo.
Enrico fa notare che la Palestina si chiamava così perchè c’erano i Palestinesi; giusto, ma finchè quello stronzo di Maometto non è arrivato a rompere i coglioni, i Palestinesi erano ebrei: forse da lì è nato il modo di dire che “la razza peggiore sono proprio i parenti”.
Quindi, se stiamo a vedere, i primi cacciati sono stati gli Ebrei, unica voce fuori dal coro in una regione diventata musulmana.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale –e pure prima…- la Società delle Nazioni, oggi ONU, ne ha fatte più di Bertoldo, definendo Stati e territori e mettendo confini dove non ne erano mai esistiti; da allora, decine di popoli hanno ottenuto o continuato a cercare l’indipendenza; semplicemente, gli Israeliani hanno fatto quello che Bossi non è ancora riuscito a fare: darsi lo status di Nazione.
L’hanno fatto nel ‘48 ed il giorno dopo avevano tutti gli eserciti del mondo arabo in cortile, con l’Inghilterra che gli dava una mano di nascosto.
E li hanno fatti neri.
I Pecorai Uniti dell’Islam ci hanno riprovato altre due volte, vado a braccio ma credo nel ‘56 e nel ‘67, ma sono stati beccati con le dita nella marmellata mentre accumulavano armi e uomini al confine, così hanno fatto la fine del ‘48; nel ‘73 sono stati un po’ più furbi, non si sono fatti beccare prima, quindi sono riusciti a sferrare un attacco –grazie al cazzo, hanno attaccato un giorno festivo…- ma hanno finito per prendere un sacco di legnate come da programma.
E tutte le volte, gli arabo-palestinesi, che inneggiavano all’arrivo dei fratelli musulmani, hanno fatto la bella alla prima fucilata.
Hanno telato alla velocità della luce senza pensare per un momento di difendere il patrio suolo; così, finite le varie guerre, gli Israeliani si sono allargati un momentino: un po’ per crearsi una zona di sicurezza, un po’ per il gusto di allargarsi, come ha fatto l’Italia con il germanico Sud Tirolo nel 1918 o la Jugoslavia con l’italiana Istria; e mai che uno di noi abbia detto “beh”.
E non hanno lasciato rientrare i profughi: per la precisione hanno chiusi fuori i Pecorai di Allah ma non hanno mai chiuso la porta a chi voleva lavorare, un po’ come abbiamo fatto noi con i nuovi padroni dell’Istria che, se volevano mettere insieme il pranzo con la cena, cantavano “Ma che bello lavorare da Trieste in giù…” e venivano a lavorare in Italia.
Fine delle analogie con l’Istria, non fosse altro perchè, a differenza dei Titini, gli Israeliani non infoibavano nessuno.
Voglio precisare che il territorio originale dello Stato di Israele era costituito da terre acquistate dagli ebrei, a partire da metà ‘800, con impennate all’inizio del ‘900, quando nell’Europa dell’Est tirava una brutta aria, ed un vero e proprio boom negli anni trenta, quando in tutta Europa l’aria era pure peggio.
Ribadisco il concetto: acquistate; poi, col pretesto della religione e con la voglia di mettere le mani su territori che, grazie all’operato degli “invasori”, valevano cento volte quanto incassato a suo tempo dai Pecorai di Allah, gli ex proprietari hanno invocato l’aiuto dei “Fratelli Arabi” per riprendersi le terre “occupate” dai perfidi Sionisti, tentando malamente il colpo riuscito con successo ad un mio amico che, molti anni fa, ha venduto cinque o sei volte la stessa autoradio…
Ok, lo confesso: sono di parte, non divento matto per i Palestinesi.
Il Novecento è costellato di avvenimenti che hanno costretto interi popoli a lasciare la propria terra ma solo i Palestinesi hanno devastato i posti in cui si sono trasferiti, vedi il Libano: prima di loro era la meta preferita dei bancarottieri di mezzo mondo, sicuro come la Svizzera ma con un clima che i cioccolatai se lo sognano.
Arrivati i Pecorai di Allah si è trasformato nel Girone delle Merda.
E la Striscia di Gaza?
Io, al posto degli Israeliani, la Striscia di Gaza la staccherei dal continente e la capovolgerei in mare, così i palazzi servirebbero da zona di ripopolamento per i pesci, contro la pesca a strascico; a differenza dei Palestinesi, saraghi e orate non si riproducono alla velocità dei batteri, anche perchè i pesci devono procurarsi il cibo, gli abitanti di Gaza no; e dato che i divertimenti sono quello che sono, passano la giornata trombando: le donne palestinesi hanno il più alto numero di figli pro capite.
Ok, anche tra loro c’è tanta brava gente, come ovunque nel mondo; il problema è che i vecchi vanno a lavorare in Israele mentre i giovani si sono abituati a vivere grazie agli aiuti internazionali: lo sapete che i Palestinesi ricevono pro capite la cifra più alta al mondo di aiuti “umanitari”?
E lo sapete che in Israele stanno importando braccia dall’Oriente perchè non si trova più un giovane palestinese che abbia voglia di strappare una paglia?
C’è da dire anche che quei pochi che vorrebbero lavorare sono segregati nella Striscia da Hamas, che da una parte accusa Israele di chiudere le frontiere e dall’altra non vuole che nessuno esca, allo scopo di incattivire la popolazione, inculcando in essa un odio assoluto nei confronti degli Ebrei.
Proprio pochi giorni fa leggevo un servizio su Gaza che mi ha confermato quanto raccontato da un paio di amici medici volontari che ci sono stati: Gaza è un inferno.
Ma non per “l’oppressione sionista”, no: la gente è terrorizzata da Hamas; per un palestinese che urla contro Israele ce ne sono dieci che vorrebbero disfarsi di Hamas ma non possono neppure pensarlo.
’Sti pezzi di merda di filo-iraniani, quelli che girano col kalashnikov in braccio e per cui ogni occasione è buona per sparare in aria –tra l’altro, detto da un medico, non si contano i feriti, anche gravi, colpiti dalle pallottole in caduta verticale…- quegli stessi che, se avessero sparato metà di quei colpi agli Israeliani, adesso non ci sarebbe un ebreo vivo nel raggio di chilometri, questi coglioni, appunto, hanno irretito la popolazione con regalie ed aiuti made in Iran poi, presi un po’ di voti, si sono impadroniti militarmente della Striscia ed oggi non si contano le carceri segrete dotate di camere di tortura.
Il sistema carcerario di Gaza ha una caratteristica tragicomica: per non far vedere che la gente è detenuta, alla sera mandano a casa i prigionieri –tanto, dove scappano?- con l’ordine di ripresentarsi la mattina dopo per farsi fare tondi tondi di mazzate: praticamente un day-mazzuoling, il passo che precede il day-hospital.
Chi sono i prigionieri?
Efferati criminali tipo ragazze sorprese a parlare con un ragazzo o studenti che ascoltavano musica occidentale.
Se penso che una parte delle tasse che pago finisce in tasca a quella gente, vorrei destinare il mio cinque per mille all’acquisto di Viagra e l’affitto di escort per il nostro Premier, così la mia coscienza si sentirebbe meglio.
No, dico, questi sanno benissimo che gli Israeliani sono in grado di individuare il luogo di partenza dei razzi, così li lanciano dai cortili delle scuole, per fare un esempio, e poi telano, così la cannonata di risposta arriva lì: qualche bambino morto da mostrare alle telecamere fa sempre comodo alla causa.
A proposito delle televisioni: prima dei Mondiali di Calcio del 2006, la cinese LG, giusto per fare un bel gesto, ha domandato alle alte sfere palestinesi di quali aiuti avessero più bisogno in quel momento.
Si sono fatti mandare due tir di televisori al plasma…
Quello che mi disturba è l’ipocrisia –ma nel caso di Enrico parlerei di eccesso di buonismo- di non capire che la “Freedom Flotilla” è stata una provocazione bella e buona: è bastato infilare alcune faine in un pollaio di “attivisti” e lasciare che le cose facessero il loro corso.
Nessuno si domanda perchè i morti sono tutti turchi?
Sarà mica perchè si trattava di integralisti islamici con l’incarico, per altro eseguito, di riempire di legnate il primo Israeliano che fosse salito sulla nave?
Nient’altro che kamikaze senza esplosivo ma con un effetto mediatico dirompente, mentre i volontari della Flotilla, quelli pacifici, sono stati un’ipocrita cassa di risonanza.
È per questi motivi che, quando sento parlare di pirateria, mi girano le balle.
Gli Israeliani vogliono, giustamente, verificare cosa c’è negli aiuti umanitari: tu porti la roba dove dico io, la controllo, poi riparte per la destinazione; se non hai niente da nascondere, dov’è il problema? Scavalcare i sacrosanti controlli è, nella migliore delle ipotesi, pura provocazione.
Come quando dico di voler essere intercettato da chicchessia: non ho niente da nascondere, a differenza dei nostri politici.
Finchè le cose staranno così, continuerò a considerare quella gente sempre dalla parte del torto e non darò mai una lira per i tartassati Palestinesi, così come non do niente a tossici incompresi e zingari discriminati.
Io sto con i cattivi.
Dottordivago
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