Le cose, semplicemente, succedono.
Come il Big Bang: prima, dicono, non c’era nulla.
Poi, di colpo, miliardi di galassie e miliardi di miliardi di stelle.
Ora lasciate riposare il tutto per qualche miliardo di anni ed aggiungete alcune scimmie precedentemente messe in piedi e conditele con un po’ di pollice opponibile; non sono ancora in grado di accendere un fuoco e non ritengono necessario pulirsi il culo con le foglie , però riescono nella più grande impresa di tutti i tempi: creano Dio.
Questo, in sintesi, il Catechismo del Dottordivago.
Traggo ispirazione dal post di un amico, Ilcamagna, nel quale la mia personale icona dell’abbigliamento alessandrino espone le sue perplessità alle prese con le lezioni di catechismo del suo pargolo; sarebbe da dire “di uno dei suoi pargoli”, visto che quest’uomo si riproduce con una prolificità che fa mangiare la polvere anche ad alcuni batteri; prendo spunto, dicevo, e mi ricollego al filone “cazzate a lungo termine” del mio post precedente.
Anzi no, mi scappa di divagare.
Sono un vecchio bastardo incattivito che si è fermato agli anni 80, anni di goduria e stupidità totale, anni di certezze: grazie al Muro di Berlino “sapevamo” chi erano i buoni ed i cattivi; le auto avevano dei carburatori che li sentivi risucchiare aria come un palombaro e che creavano nel serbatoio della benzina un piccolo vortice, come quando si toglie il tappo dal lavandino pieno.
Come nel West, dove gli uomini erano uomini ed a parlare erano le pistole, quando un ragazzo parlava con una ragazza, era per ciularla e gli uomini “non dovevano chiedere mai”, altrochè gli “uomini che sanno anche piangere” molto in voga dagli anni 90 in poi.
E la musica, quella da ballo, intendo, è finita lì, dopodichè è iniziata quella da sballo, indispensabile per spurgare certe pastiglie piccole ma bastarde.
C’era anche un’altra certezza: l’abbigliamento si comperava alla Dress.
E basta.
Almeno fino all’’83/’84, quando le sirene delle griffe della Milano da Bere hanno lasciato un segno indelebile nel mio portafoglio, ma che per anni, nella compagnia del mare, mi hanno fatto vincere a mani basse il premio Look of The Year, simpatica usanza dello stabilimento balneare.
Comunque, quando entravi alla Dress, ti serviva immancabilmente Ilcamagna; per quella ragione egli è, tuttora, la mia icona dell’abbigliamento.
Torniamo al catechismo.
Prima domanda: cosa ci faceva, lì, Ilcamagna?
Probabilmente oggi si usa così; durante il mio Corso per Principianti, quello della Prima Comunione, l’unico adulto era una –stranamente- dolce zitella, ad eccezione di qualche ingresso, in veste di guest star, del Parroco; nel Corso Avanzato, quello della Cresima, c’era un “vecchio” –intorno alla cinquantina…- bastardo, insegnante di lettere per campare e cintura nera di Catechismo per rompere i coglioni.
Un merdoso bigotto triste ed incazzoso che, probabilmente, si realizzava nel terrorizzare bambini anche di pomeriggio, non pago dell’odio che suscitava a scuola: evidentemente non gli bastava essere considerato una testa di cazzo part time.
Una frase attribuita, credo, ad una Lettera di Giovanni Battista ai Tessalonicesi –piuttosto che ai Giudei o ai Samaritani o ai Calabresi, non ricordo- era:
contro una foglia portata dal vento ti accanisci,
su di una canna secca dimostri la tua potenza
Lo stronzo faceva proprio così: se solo uno aveva meno di quattordici anni, età oltre la quale rischiava un calcio nelle palle, lui si sentiva in dovere di terrorizzarlo, anche perchè, a quei tempi, se qualcuno, chiunque fosse, diceva a casa tua –e soprattutto casa mia…- che non ti eri comportato bene, non mandavano l’avvocato a lui, erano cazzi tuoi -soprattutto miei-.
Per quello che ho metabolizzato in materia religiosa devo ringraziare Il Prevosto; quel mezzo prete mancato, invece, era così detestato che sono certo abbia causato più abiure che avvicinamenti alla fede cattolica; ancora oggi non so cosa sia la Cresima, e non provate ad insegnarmelo: sarebbe come spiegare ad una donna il funzionamento della frizione, quella della macchina.
A parte lo stronzo e qualche cameo del Parroco, altri adulti non se ne vedevano.
E cosa ci venivano a fare?…
Allo stesso modo, nessuno dei miei genitori si è mai avvicinato ai miei compiti a casa e men che meno –ma che, scherziamo?…- ai miei momenti dedicati al gioco, solo o con amici, con l’unica eccezione per la sacrosanta lotta serale con mio padre, all’incirca fino ai dieci anni.
Oggi, chiunque abbia a che fare con i bambini “Auspica la partecipazione dei genitori”.
E che due balle!
Bambini, ditelo a papà e mamma: “Sta sü d’adoss!”
Ora, non ce l’ho col Camagna, sono ragionevolmente certo che lì non ci è finito di sua volontà; ce l’ho con quelli che “Vogliono essere presenti” a tutti i costi: va bene la prima parola o il primo passo o il primo dentino, va meno bene assistere al parto della moglie, sofferente e stravolta, per poi continuare tutta la vita “ad essere presente”, magari anche alla prima pippa o alla prima ciulatina del pargolo.
E grazie al cazzo, che a trentanni i giovani non se la sentono di mettersi per conto loro.
Ma so di non fare testo: se mi fossi riprodotto sarei stato un padre tipo Homer Simpson, pigro ed assente, per poi riscattarmi dopo che Bimbi avesse minacciato di cavarmi gli occhi con le forchettine per le lumache.
… Oh, è più forte di me, sono andato di nuovo fuori dal seminato.
Tornando un momento al Catechismo, comprendo perfettamente l’imbarazzo del Camagna nell’affrontare, con un bambino, un argomento, quello della religione, su cui già non mi sembra convintissimo di suo.
Però la religione è importante, soprattutto per i giovanissimi; e questo lo afferma il Dottordivago che, se non è il più ateo degli uomini, è nei punti.
La religione ha un potere immenso, tipo quello di creare Crociati o Talebani, ma anche di formare il carattere e la personalità e di dare un indirizzo etico ai piccoli uomini.
Dico sempre che se la vecchia Democrazia Cristiana ha avuto un pregio, è stato quello di tenere la Cortina di Ferro da Trieste in là, per il resto è da dimenticare, o forse da rimpiangere, visto cosa propone oggi la politica.
Allo stesso modo, anche una cosa immonda e senza senso come la religione ha una ragione d’esistere: quella di mettere dei paletti, quella di dire “Questo è bene, questo è male”, quella di convincerti che se ti comporti bene, vai in Paradiso, sennò all’Inferno: diciamo che può dare una raddrizzata ai comportamenti di una persona.
A maggior ragione, oggi ,una religione che promette castighi può sopperire a mancanze di nerbo dei genitori.
Trovo bellissimo il concetto di religione espresso da “Guerre Stellari”: La Forza.
“La Forza sia con te…”
“Luke, usa La Forza…”
Straordinaria, l’idea di una Forza che permei l’universo e ne costituisca il tessuto vitale e, cosa che non guasta, che sia anche verificabile, previo corso full immersion con quel tenero scrondo di Yoda.
E bravo… Lì sta il bello della Fede: credere senza prove, senza dimostrazioni.
Cosa ci sia di positivo per un miliardo di persone nel credere con tutte le proprie forze ad un mare di cazzate, con un altro miliardo che crede nell’opposto ed un altro miliardo ancora di un’altra parrocchia, proprio non lo so; so, invece, che al mio paese si è sempre detto che chi vive sperando, muore cagando.
Se avessi più tempo e più voglia, vorrei creare una nuova religione, qualcosa di respiro universale che ricordi La Forza, un’entità che non è Creatura nè Creatore.
Qualcosa che, semplicemente, esista, così come le cose, semplicemente, succedono; qualcosa che veda l’Universo stesso come la Mente Suprema e l’Osservatore di tutto e -perché no?- come il Mazzuolatore Finale se non ti sei comportato bene.
Senza che nessuno si faccia scannare su una croce, senza guerre sante, senza digiuni, penitenze o privazioni.
Nessuno vorrebbe un Dio che non ama i sacrifici?
Un Dio che non se la tiri troppo e che non accampi royalty sul suo nome, un Dio con un po’ di autoironia, un Dio tranquillamente bestemmiabile, insomma:
“…Va beh, mi è scappato un porca d’una Forza puttana! dopo una martellata sul dito, però oggi non ho fatto del male a nessuno, anzi, ho aiutato chi aveva bisogno”
Vai in pace, figliolo, sei assolto.
Un Dio i cui sacerdoti predichino comunque l’amore, l’onestà, la fratellanza, concetti senza i quali scoppierebbe la macchina della merda, il mondo sarebbe una giungla peggio di adesso ; sacerdoti che trombino alla luce del sole e che dal pulpito invitino sì al digiuno, ma non per mortificare la carne, semplicemente perché se diventi un obeso di merda ti amputano un piede, perché La Forza ti manda il diabete, giustamente, per punirti di aver mangiato per otto mentre tanti muoiono di fame.
Ho ancora molte cose da mettere a punto: perché non uccidere, perché non rubare, spiegare il perché dei milioni di morti innocenti per terremoti, tsunami, per le guerre delle Banche e sfighe varie.
Poi, sistemati alcuni punti, potrei partire con il proselitismo.
Chi non lo vorrebbe un Papa come me?
Dottordivago