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un giorno di...

Esasperato da vuvuzelas spara e poi distrugge bar con l’auto

VICENZA – Esasperato dal suono delle vuvuzelas provenienti da un bar un uomo ha prima sparato alcuni colpi di fucile in aria e poi ha devastato il locale entrandovi con la propria auto. L’uomo, 51 anni, di Pievebelvicino (Vicenza) è stato ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ ospedale di Thiene, in stato di arresto. Questa notte, infastidito dai rumori molesti prodotti dagli avventori del vicino bar ‘Coco Bamboo’, è sceso in strada imbracciando un fucile da caccia con il quale ha minacciato una ventina di persone. Non riuscendo ad ottenere che il rumore, generato anche da alcune vuvuzelas, cessasse, l’uomo ha dapprima esploso alcuni colpi di fucile in aria e poi ha usato la sua auto come un ariete. Per almeno tre volte è piombato dentro il bar in auto, devastando il locale e senza fare una strage solo perché i clienti del bar sono stati lesti a scappare.

Peccato: se fosse riuscito a segarne qualcuno, sarebbe stato il mio eroe.

Tenete d’occhio la cronaca: mi sa che, a breve, si parlerà di me.
Odio il rumore e chi lo produce.
Addirittura ero un adolescente atipico: quando tutti smarmittavano il motorino, io mi industriavo nella produzione di silenziatori, partendo da bombolette spray vuote e realizzando veri capolavori, con camere di abbattimento e lana di roccia, per poi regalarli agli amici più tarri i quali, dopo averli provati, mi coprivano letteralmente di complimenti.

Poi li buttavano via.
Giravamo per i paesi ed era sempre un fuggi fuggi quando incrociavamo i Carabinieri; io l’avrei anche fatta franca nonostante il motorino fosse ovviamente truccato come Moira Orfei, però non faceva casino; quel coglione di Piero, invece, avrebbe fatto il pieno con i petardi: il suo motorino era ufficialmente una “Macchina del Rumore” che, funzione secondaria, lo portava anche in giro.
Morale, abbiamo fatto più strada scappando dai Carabinieri che girando per i cazzi nostri.

Oggi non succede più, oggi continuo a subire degli stronzi trenta-quaranta-cinquantenni –non dico ragazzini, che sarebbe quasi normale, dico cinquantenni- che girano con l’oggetto dei loro sogni, l’unica motozappa con le ruote in linea: l’inimitabile Harley Davidson.
Oppure Ducatisti che sfoggiano il loro pompone, Dio li maledica, per non parlare dei più grossi imbecilli del creato: i possessori di supermotard smarmittate.
A grandi linee, per chi non lo sapesse, dicesi supermotard una moto con telaio da cross e ruote lisce, praticamente una roulette russa nata per essere instabile, infatti va guidata di traverso, in derapata; ma in pista, non in città, da un  semaforo all’altro, accompagnata dalle maledizioni di tutti quelli che si trovano nel raggio di un paio di km; ovviamente mi riferisco ai modelli da duri e puri, i monocilindrici a scarico libero che ricordano molto il rumore dei motocarri diesel dei muratori anni 50/60.

Di questa banda di deficienti, non ho mai visto un poliziotto o un carabiniere fermarne uno: ok, prossimamente provvederò personalmente, magari con un 460 weatherby… 460 weatherby

Non ne posso più.
Al ristorante è una gara tra chi urla più forte, in primis le donne: se poi hanno un bicchiere di vino nella pelle, è finita, tocca bisticciare.
Ma dico io: gli spagnoli sono un popolo di casinisti ma mai, nè in Spagna nè nel resto del mondo, ho sentito il casino che c’è in un ristorante italiano.
Poi ci sono i bambini piccoli; l’organismo raggiunge la massima efficienza intorno ai 25 anni ma il massimo della prestazione acustica si ha a 3 anni: senti certi bambini lunghi mezzo metro che sviluppano una pressione sonora da Jumbo al decollo.

Occhio a starmi vicino, gente: mi sa che, a giorni, ci siamo…

Dottordivago

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