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Archive for 24 giugno 2011

Interrompo il ritiro per gli Esercizi Spirituali che mi ero autoimposto, per comunicarvi una grande scoperta.
Ora ne ho la certezza: un mio cliente è incontrovertibilmente, in assoluto, senza tema di smentite

l’Uomo Più Stupido

Del Mondo.

Conoscete qualche stupido?
Molto stupido?
Non siete nessuno, siete solo chiacchiere e distintivo…
Il vostro campione, rispetto al mio cavallino, è un genio, è Archimede Pitagorico con il Cappello Pensatore, è Stephen Hawking sottoposto alla Macchina che ha fatto del Dottor Morbius l’uomo più intelligente dell’universo, quello di

Se non parlate inglese, posso comunicare in altre 187 lingue

la stessa macchina che ha distrutto la Civiltà Krell, quella che amplifica di milioni di volte l’intelligenza.
E se non sapete di cosa sto parlando, se non conoscete Il Pianeta Proibito, quello del 1956, ovviamente, beh… potrei presentarvi il mio cliente, scopo disinteressata amicizia.
Comunque non c’è storia: in fatto di stupidità, di idiozia pura, il mio uomo vince a mani basse, “nasconde il pallone”, fa “cappotto”, straccia chicchessia.

Premesso che sul lavoro mi comporto in modo molto simile a come scrivo, solitamente tra me e i miei clienti si instaura un rapporto amichevole e nove volte su dieci si passa dal “lei” al “tu” in poco tempo.
’Sto scemo ho iniziato a sgridarlo dopo cinque minuti che era entrato in esposizione: ha un tale vuoto pneumatico nella testa che, per non implodere, la scatola cranica deve essere spessa come il batiscafo “Trieste” e se mai al tipo dovesse venire mal di testa, l’unica cura indicata sarebbe il Lasonil, visto che la sola cosa che gli può far male è l’osso.
Comunque, un mal di testa per quel tipo è una patologia tanto probabile quanto un fibroma all’utero per il sottoscritto.

Sì, sì, ridete pure… voi non potete sapere…
C’è un elemento di seria preoccupazione: lo scemo è un poliziotto, e al pensiero che uno così maneggi un’arma e abbia il potere di farti passare una notte in galera, c’è da stare poco tranquilli.
Oltre a domandarsi come cazzo ha fatto a farsi arruolare…

‘O Scem’ si manifesta in esposizione a luglio dell’anno scorso e capisco che si tratta di un bel lavoretto: finestre, persiane e zanzariere per una villa.
«Però mi servono per il primo ottobre».
Considerato che ad agosto la produzione è ferma fino al 23, abbiamo il tempo necessario…«…ma dobbiamo partire tassativamente per metà luglio» dico io.

Mi dà il progetto per fare il preventivo; dopo una giornata di calcoli lo chiamo e per prima cosa mi fa: «Ah, volevo chiamarti… Ti ho dato il progetto vecchio, adesso è cambiato tutto…»
Io l’avevo già cazziato bonariamente un paio di volte, stavolta sono un po’ più incazzoso e la sua risposta è stata: «Va beh, se il progetto non ti va bene, vai in cantiere e ti prendi le misure…»
«Non è che non mi va bene il progetto: sei tu che mi dici che è quello vecchio…»
«Quello vecchio, quello nuovo… cosa cambia?»

Oh mama…

«A sentire te cambia tutto…»
«Ma sì… sono sempre finestre…»
Ho capito: questa storia non ha un futuro.
«Facciamo così, lasciamo perdere, eh?… Ciao.» e gli chiudo sul muso.
Giuro: avevo tanto di quel lavoro che me lo potevo permettere.

Non ci crederete ma mi richiama qualche giorno dopo: «Oh… non sei andato a prendere le misure… i muratori mi hanno detto di non aver visto nessuno…»
«Pino (nome di fantasia)… ma… hai capito cosa è successo l’altro giorno?…»
«Ma sììì… figurati… io, tra lavoro e due figli… certe volte non so neanche cosa dico…»

Ho il sospetto che sarebbe così anche se fosse disoccupato e sterile…
Ma mi convince a vedere il cantiere: non so ancora quanto sarà il totale ma un mille euri in più glieli zanzo, sicuro…
Preparo il preventivo e glielo invio, sollecitando una decisione rapida.
E lui sparisce.
Per presentarsi venerdì 6 agosto, con l’assegno per l’anticipo in mano, come i bambini con i soldi per le figurine.
Giuro, l’avrei rimandato a dar via il culo… ma quell’assegno col mio nome sopra…

Il problema è che la produzione in Slovacchia è chiusa, riapre il 23, e in quel periodo io sarò in vacanza a Cefalonia… Va beh, per la prima volta nella vita mi porterò dietro il computer e seguirò la faccenda da lontano.
Per farla breve, l’ultima settimana di settembre ho le finestre in magazzino.

«Oh, bell’uomo, ci sono le finestre…»
«Eh? Ah, sì… ma sai, siamo un po’ indietro… tienile lì, poi ti dico…»
«Quanto tempo? Una settimana, due…?»
«Ma sì… ‘tanto… cosa cambia?»
«Cambia che tu hai detto che mi paghi tutto a lavoro finito; se non comincio, quando finisco? E quando prendo il grano?»
«Ma sì… ottobre, novembre… cosa cambia?»

Ingoio una palla da tennis di saliva…
«Senti, io ho firmato che il primo ottobre avrei consegnato le finestre; adesso tu mi firmi la consegna franco deposito e, già che volevo dare un’occhiata ai lavori, me la firmi domani in cantiere: a che ora?»
«Mah… nove, nove e mezza…»
«Nove o nove e mezza? E se dici “cosa cambia” ti mangio la testa…»
«Nove e mezza…»

Alle 9.25 sono là.
Alle 10, con una vena che pulsa sulla tempia, lo chiamo:
«Si può sapere quando arrivi?»
«Madonna, Carlo!…Fai presto, tu; io, qui, con due bambini…»
«Quelli li avevi già ieri sera, quando mi hai detto “nove e mezza”…»
«Ma sì… nove e mezza, dieci e mezza… cosa cambia?»

E venne il giorno in cui urlai ad un cliente

PORCO ***!  MA SEI COMPLETAMENTE CRETINO?

È un bambino di dieci anni ma, un po’ seccato, mi fa: «Senti Carlo, in questo rapporto comincia ad esserci un po’ troppa confidenza…»
«MA CHE CAZZO DICI, EH? FACCIAMO COSI’: SE NON MI PAGHI IMMEDIATAMENTE LA ROBA, DOMANI AFFITTO UN MAGAZZINO PER TENERCELA E TI FACCIO MANDARE DALL’AVVOCATO L’AFFITTO DA PAGARE, HAI CAPITO? POSSO ANCHE BUTTARE VIA TUTTO: TU PUOI STARE QUALCHE MESE SENZA FINESTRE?»

Non avevo assolutamente una così disperata fame di soldi: semplicemente volevo litigare a morte con quel coglione, vomitargli addosso tutto quello che pensavo di lui ma non potevo farlo finchè avevo un ventimila in sospeso…
Anche se avevo un asso nella manica: la stessa impresa stava costruendo altre quattro ville identiche e, magari offrendo le finestre al costo, avrei recuperato i miei soldi, oltre a tenermi l’anticipo dello Scemo per il disturbo…

Oh, roba da non credere: tre giorni dopo avevo i soldi.
In cambio, lo scemo si è fatto promettere che, appena mi avesse detto “parti”, i miei ragazzi sarebbero partiti come razzi per montare il tutto.
Da quel momento mi telefonava tutti i giorni per relazionarmi sull’avanzamento lavori: «Senti, Pino, è sufficiente che mi avvisi due o tre giorni prima, giusto quando si potrà camminare sui pavimenti…»
«Mah, sai com’è… tu t’incazzi subito…»

Quando mi ha telefonato per dirmi “parti”, era fine novembre e gli ho detto:
«Vedi… adesso sono incasinatissimo, poi c’è Natale… Rimandiamo tutto a gennaio, eh?»
Sbandamento.
«Ca… Ca… Carlo… cosa stai dicendo?»
E mentre la mia faccia diventava quella del Joker e il mio sfintere prendeva quella piega caratteristica che mi fa dire “mi ride anche il buco del culo”, gli ho buttato lì

Ma sì… dicembre, gennaio… cosa cambia?

«COME “COSA CAMBIA”? MA SEI SCEMO? IO DEVO ANDARE AD ABITARCI…»
Non aveva capito la citazione!
Stava già partendo con la sparata “vengo in divisa, con la pattuglia…” e ci sono voluti un paio di minuti per calmarlo; poi gli ho spiegato che la stessa frase me l’aveva detta lui quattro o cinque volte e che volevo fargliela pagare…
«Davvero? Va beh…» e si è zittito.
Mi sbaglierò ma… Secondo me stava per dire: «E se anche l’ho detto qualche volta… cosa cambia?»
Non l’ha fatto, così siamo tornati amici.

L’ho rivisto ieri, per un reclamo: le mie persiane “gli stanno spaccando il muro”, che è un po’ come andare al Self reclamando che il loro martello ti batte sulle dita.
Quasi quasi è da capire: purtroppo si è imbattuto nell’unica figura più nociva di un architetto che non capisce un cazzo: un’architetta che non capisce un cazzo.
Quest’imbecille aveva scoperto l’esistenza delle veneziane interne al doppio vetro, così non aveva previsto le persiane.
A parte il fatto che la persiana in campagna sta solo bene e che ha anche una minima funzione di sicurezza, bisognerebbe capire, magari senza neppure una laurea, che la veneziana  interno-vetro è indicata per i palazzi totalmente vetrati, senza finestre, dotati di condizionatori che consumano come la Costa Romantica. Purtroppo, essendo dentro al vetro, la veneziana funziona solo se la finestra è chiusa: se la apri, tipo d’estate, il sole ti arriva in casa come sulla superficie di Mercurio.
Ah, il costo è all’incirca una dozzina di volte superiore al classico vetro-camera…

Così c’è stata la rivolta degli acquirenti delle varie ville e hanno deciso per le persiane.
Solo che le case erano già mezze in piedi e non si poteva più modificare il progetto e, se non bastasse, la cretina ha previsto più pluviali che intonaco, ricavando case che ricordano un gessato da gangster, con un tocco di Beaubourg.
Quindi, tra finestre ravvicinate e pluviali ogni due passi, lo spazio per accostare al muro le persiane una volta aperte, proprio non c’era.

Sono impazzito per fare in modo che si potesse, così una buona metà delle persiane è diventata “a libro”, cioè due ante incernierate centralmente che si aprono dalla stessa parte.
Ora, potessi mostrarvi una persiana di quel tipo, capireste immediatamente qual è il problema, è una cosa molto semplice, come maneggiare un coltello: si è obbligati ad impugnarlo dal manico, non dalla lama, ed è nell’ordine delle cose, non è un difetto.
’Sto pirla le sbatte regolarmente nel muro e si lamenta con me: «Guarda che quello che stai facendo con le persiane è come se uno si chiudesse le dita nella portiera della macchina e andasse a lamentarsi dal meccanico…»
«Eppure io ci sto attento…»
«Il muro rotto dice il contrario, anche perchè tutte le persiane ad apertura normale non danno problemi.»
E gli rispiego la storia.
«Ma perchè devo fare quel movimento? È scomodo…»
«Per due motivi: primo, perchè così non rompi il muro, secondo, perchè mi hai appena detto che lo fai regolarmente, quel movimento, ma il muro si rompe lo stesso…» 
«Sì, va beh, tu sei un fenomeno a girare la frittata…»

Come le donne.
Quando un uomo mette una donna davanti alla logica più rigorosa, quando le dimostra che tutto il Creato e le sue leggi gli danno ragione, cosa dice la donna?

Uff… che rompiballe!…

Idem lo Scemo.
«Senti, chiama geometri, periti, ingegneri, criminali di guerra o portinai di stabili… chiama chi vuoi; sappi solo che più gente chiami, più gente ci sarà a darti dello scemo…»
E lui ha fatto come al solito: un’espressione assorta, con lo sguardo leggermente verso l’alto, poi dice di aver capito.

Ma come al solito sono andato lungo: non è di lui che volevo parlarvi: lui l’ho inquadrato, è solo un immenso, povero pirla.
È sua moglie, che proprio non me la spiego.

Lui ha meno di quarant’anni, la moglie ne dimostra poco più di trenta ed è bella.
Anzi, è proprio bella.
L’ho vista solo un paio di volte e sembra pure simpatica, quando parla fa le facce buffe, come le american girls.
Gli assegni che ho ricevuto erano firmati da suo padre, quindi il grano in famiglia ce lo mette lei, anche perchè non lavora e non sono molti i semplici poliziotti che comperano ville da mezza milionata, cioè una miliardata delle vecchie lire…

Allora, perchè una bella ragazza, apparentemente simpatica e sicuramente benestante si ritrova sposata ad una specie di Cicciobello, più Ciccio che Bello, dall’età intellettuale di un preadolescente, solo completamente decerebrato?
Per favore, evitatemi la battuta sulle “doti nascoste”: se fosse anche il più grande trombatore del mondo, uno che può saziare di sesso una donna fino ad ucciderla, quale donna si lascerebbe avvicinare, corteggiare e ingiaccare da un coglione del genere, prima di scoprirne il superpotere?

Subito ho pensato che la ricattasse.
Poi ho pensato ad una macumba.
E finalmente sono arrivato alla spiegazione, così semplice da sfuggirmi: lei è Fiona, la moglie di Shrek.
Ha solo quel piccolo problemino: di giorno è così

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ma di notte diventa così

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Date retta a me, non c’è altra spiegazione.

Dottordivago

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