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Archive for 6 giugno 2011

Come dicevo nell’ultimo post, dopo aver esposto i motivi per cui, da bravo tedesco, voterei quattro “no”, adesso vi spiego perchè, da italiani, si devono assolutamente barrare quattro “sì”.

Si deve, fondamentalmente, andare a votare per la valenza politica di questi referendum: visto a cosa servono i referendum in Italia, sarebbe da ignorare proprio l’evento ma, se il Puttaniere di Arcore è così preoccupato per il fatto che si vada a votare, significa che bisogna andarci, a prescindere dai quesiti.
E qui si ripete l’eterno problema che tiene l’Italia bloccata da quasi vent’anni: lui si fa una legge che gli salvi il culo o il portafoglio, il parlamento sta bloccato tre mesi dall’opposizione, la legge passa con la fiducia, qualcuno raccoglie le firme per il referendum, noi l’abroghiamo, lui la rifà cambiando una virgola e gira la ruota.
Nel frattempo il Paese non è stato governato per un anno.

Quindi, stabilito che si deve andare a votare, la ragione per votare Sì è una sola: perchè siamo in Italia

In tutto il mondo, “liberalizzare” significa aumento della concorrenza e abbassamento dei prezzi.
In Italia –ricordiamoci che nella Costituzione “l’Italia ripudia la guerra”- piuttosto che scatenare una guerra commerciale tra concorrenti, ci si mette d’accordo tutti quanti e i prezzi raddoppiano ogni anno: l’abbiamo visto con la benzina e le assicurazioni, recentemente con i traghetti.
Ma come le bugie, che hanno le gambe corte, anche questo tipo di “biscotto” ha i giorni contati: l’Antitrust sta indagando perchè sembra –sembra, eh?- che a monte degli aumenti ci siano accordi “di cartello”.
Grande Antitrust!… Una bella barzelletta fa sempre piacere e se è raccontata bene, poi, è pure meglio…

La privatizzazione dell’acqua non cambierebbe nulla in termini di efficienza e di qualità ma aumenterebbe solo i prezzi.
E questa sarebbe la cosa migliore, visto che chi mi sopporta da tempo me lo sente dire da anni:

Il problema dell’acqua, in Italia, è che costa troppo poco!

Leggendo in giro, si evince che una famiglia media spende circa 250 euro all’anno per l’acqua, cifra che in caso di privatizzazione salirebbe in un attimo a 400 e più euro l’anno.
Allora non ci siamo capiti…

Per l’acqua, andando oltre un consumo ragionevole da definire, una famiglia dovrebbe spendere 4000 euro all’anno.
Come minimo.
Gente, stiamo parlando dell’unico bene senza di cui non si può vivere e che nessuno si può permettere di sprecare.
Una mia amica, se doveva lavare un pomodoro, lo metteva in un contenitore sotto il rubinetto, poi usciva per fare la spesa; quando rincasava, trovava il pomodoro pulito e il lavandino con un principio di erosione, tipo un embrione di Grand Canyon.
Oggi è migliorata e non lo fa più, ma vi rendete conto di quanti ce ne sono come lei? In compenso, oggi, sua figlia sta un’ora sotto la doccia, con l’acqua che continua a scorrere: se una doccia del genere rappresentasse uno sgobbo di dieci euro, per minimo trenta docce al mese, dopo la prima bolletta bimestrale la madre le vendererebbe l’iphone e lo scooter su ebay e le sequestrerebbe le chiavi della macchina; scommettiamo che la cosa non si ripeterebbe più?

Allo stesso modo, chi passa due ore della domenica con la canna in mano per lavare la macchina, si renderebbe conto che il passatempo gli costa come una giornata a Gardaland e che è molto più conveniente andare all’automatico, dove l’acqua è dosata col contagocce nonchè, visti i prezzi, riciclata, e con cinque o sei euro ti sei tolto il pensiero.

A questo punto, se mi devo svenare per lavarmi una volta di più il culo, tanto vale che i soldi ritornino alla comunità, cioè allo Stato, e non al Tronchetti Provera o Benetton della situazione.
Inoltre, in queste operazioni miste pubblico-privato, il pubblico fa come il Marchese del Grillo, nella scena in cui il sosia parla con il contabile infedele: «E vedi che semo coijoni? Quel che compramo ‘o pagamo er doppio, quanno vendemo pijamo ‘a metà…»
I nostri marpioni passerebbero di persona quando ci fosse da incassare e manderebbero avanti il socio pubblico quando ci fosse da cacciare il grano.

Quindi, non servirà a niente, cambieranno una virgola e ci riproveranno ma intanto   

vai col primo sì.

Il quesito numero due, quello degli aumenti proporzionali agli investimenti, non vi ricorda molto la storia delle autostrade?
Detta molto semplicemente, la legge prevede che il pedaggio di un tratto autostradale dovrebbe diventare gratuito nel momento in cui ne vengano ammortizzati i costi.
Quindi il trucco sta nel fare lavori a raffica, spesso inutili o ridondanti, naturalmente con fatturazioni maggiorate, che consentono di trasformare in “fondi neri” la differenza, oltre a spremere pedaggi che, tipo Liguria o Valle d’Aosta, hanno un costo chilometrico superiore a quello del carburante. 
E non basta: si tratta di lavori spesso dannosi.
Mi spiegate quella dei guard rail?

Trent’anni fa si è incominciato a sostituire i vecchi guard rail metallici con i New Jersey in cemento, molto più sicuri.
E a questo proposito, mi scappa di divagare.

Sarà stato l’83 o l’84.
Avevo una specie di morosa che “faceva architettura” a Genova ed ero spesso ospite nella casa che divideva con tre amiche, a Nervi, casa dove ero molto, molto apprezzato, non solo come cuoco… E non dico altro perchè “gentiluomo gode e tace”, anche se lascia intendere…

C’era in programma una festa universitaria in un locale riservato per la serata e le quattro coinquiline si erano offerte di preparare le vivande.
Io ero invitato ma il programma prevedeva di presentarmi per le otto di sera, così la sera prima ho preso una ciucca mostruosa e la scimmia mi ha messo a letto a mattina fatta.
Peccato che due ore dopo mi telefonano le concubine urlando “AIUTO!”: si erano prese un impegno che non erano minimamente in grado di portare a termine, serviva uno tipo Mr. Wolf…

Suonato come un tamburo, mi vesto e parto in direzione Genova.
E quando vi raccontano quanto tiri un pelo di figa, non credeteci: tira di più.
Anche perchè lì erano tre peli su quattro… ma non divaghiamo…

Giornata campale, seguita dalla festa.
Alle tre di notte una concubina mi dice che vorrebbe proprio ringraziarmi ma che le verrebbe meglio nel “Bunker”, la garçonnière che in Alessandria dividevo con un paio di amici…
Dieci minuti dopo imbocco l’autostrada e la tipa già dorme: «Sì, sì, dormi, che poi ti sveglio io…»
Stringi i denti, cow boy!
Ho dormito due ore la notte precedente, ho smaltito una sbronza lavorando tutto il giorno e ne sto smaltendo un’altra fresca di questa sera: morale, ho sonno. 
Passo brillantemente il tratto appenninico, quello più guidato.
Tra Masone e Ovada, dove la strada si raddrizza, decido di fare un pisolino.

Solo che mi dimentico di fermarmi…
L’ultima cosa che ricordo è che ero sulla corsia centrale, la prima cosa che noto, dopo il brusco risveglio, è che sono ancora sulla corsia centrale ma mi sto domandando che cazzo era quel botto della Madonna…
Me lo domanda anche la concubina, ormai sveglissima, quindi non me lo sono sognato: «Non so cosa è stato ma meno male c’è stato: stavo per addormentarmi…»
Butto l’occhio nel retrovisore interno e vedo che dietro non c’è niente di strano, poi guardo in quello di sinistra…
O-oh… non c’è più.
Mi fermo, scendo e… oh mama…
Dal fanalino anteriore a quello posteriore ho la fiancata macinata.

Morale: mi sono addormentato in rettilineo, ho iniziato a deviare verso sinistra (una specie di Fini ante litteram…) fino a dare una strisciata a 150 all’ora contro il New Jersey, che mi ha ributtato in centro carreggiata, dove ho riaperto gli occhietti belli…

Probabilmente ho salvato la buccia proprio grazie al fatto che ho strisciato contro una superficie liscia di cemento; con un guard rail, sarebbe potuto succedere come a Robert Kubica,

cioè di ritrovarsi con una spada di cinque metri che si fa un giro nell’abitacolo…

E questi qui, da dieci anni, continuano a sostituire i New Jersey con ‘sti apriscatole di merda che, in caso di caduta di un motociclista, si trasformano in Pastamatic e il centauro ne esce sotto forma di trenette, linguine o maltagliati.
Chissà da dove viene, ‘sta smania di sostituzione…
Sarà mica perchè il nuovo modello di guard rail impiegato è prodotto da un’aziendina a conduzione famigliare, tale Marcegaglia?…

Torniamo ai guadagni sull’acqua: stesse considerazioni del punto precedente, ok, ma intanto

marca un altro sì…

Continua.

Dottordivago

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