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Posts Tagged ‘Fed Ex’

Vi ricordate ancora qualcosa dai tempi della scuola o il maiale vi ha mangiato i libri? Vi sovviene qualcosa leggendo questi versi?

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto… 

Sì, proprio lui, l’Orlando Furioso, in cui l’autore ne combina più di Moana Pozzi in una caserma.
Quello che serve a noi è la parte in cui Astolfo, in sella all’Ippogrifo, va sulla Luna a recuperare il senno perduto di Orlando.

Sto peggiorando, ragazzi: una volta interrompevo il post perchè mi scappava di divagare, ora inizio divagando…
Comunque, volevo dire: caro Astolfo, già che sei sulla Luna per commissioni tue, non è che potresti dare un’occhiata se da quelle parti c’è finito anche il senno di una buona metà degli Italiani? Qui da noi comincia a scarseggiare, e da qualche parte sarà pur finito, no?
Su queste pagine mi sono sempre lamentato del fatto che il buon senso non alberga nel nostro paese, è diventato merce rara, se non introvabile: roba che, in confronto, il tartufo d’Alba lo trovi nei giardini pubblici.
E guai a nominarlo: bene che vada ti becchi del fascista, ennesima eredità di quel giacimento di cazzate che è stato il mai abbastanza maledetto “sessantotto”.
Un esempio è quello della scuola.
E’ in quel periodo che si è cominciato a parlare di voto politico e di scuola per tutti, ed oggi ne paghiamo le conseguenze.
Il sistema scolastico italiano è talmente allo sbando che se ne stanno accorgendo persino le ultime due parodie di governi che abbiamo eletto.
Una volta gli studenti americani erano i più ignoranti del mondo, oggi gli facciamo mangiare la polvere: siamo noi, e di gran lunga, i più ignoranti.
Sarà mica per il fatto che da una decina di anni nessuno viene più bocciato? O perchè invece di aumentare la preparazione degli insegnanti ne abbiamo aumentato il numero? O perchè i -giustamente- vituperati insegnanti non hanno nessun controllo sugli studenti, salvo beccarsi una denuncia -o dei pugni sul muso- se solo cercano di fare il loro lavoro?
Oggi si comincia a parlare di “recupero debiti”, ma ci vogliono 380 milioni di euro per pagare gli straordinari agli insegnanti che terranno i corsi di recupero, cioè circa sette euro a testa che ogni italiano spenderà per dei bastardelli che non hanno mai fatto un cazzo.
Tutto questo è archiviabile sotto la voce “mancanza di buon senso”.
Io, che non sono un genio e men che meno un secchione, sono sempre stato promosso a giugno, meno che in prima superiore: un bel tre di matematica accompagnato dal terrore di dirlo a casa. Mia madre mi ha stupito, non si è neanche incazzata più di tanto; mi ha solo detto:”Se non passi a settembre, pazienza: in casa uno stipendio in più sarà utile…”, sottintendendo il fatto che, il giorno dopo l’eventuale esito negativo, avrei iniziato a lavorare.
Mi sono buttato sui libri come l’Alfieri.
E sono stato promosso.

E, sai che novità, sono uscito dal seminato.
Ero partito parlando non di buon senso ma di senno perduto.
E ci sono due settori specifici dove la sua dipartita si nota più che in altri: la casa e le vacanze.

Pochi giorni fa stavo pensando dove andare a passare un paio di settimane in grazia di Dio. Individuato il posto giusto, mi informo sugli orari del volo: partenza da Malpensa alle 6.00.
Ora, se avessi fatto parte di un corpo d’elite che parte per un’azione di sabotaggio dietro le linee nemiche, fatti due conti, mi sarebbe sembrata una cosa sensata.
Se avessi avuto un parente in rianimazione in un altro continente, avrei ringraziato per la possibilità di arrivare prima possibile.
Se avessi avuto un appuntamento di lavoro alle nove in punto a Londra, mi sarei considerato fortunato. 
Se avessi dovuto consegnare un organo per un trapianto, o anche solo una partita di freschissima burrata, avrei detto “Ok, è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve fare”.
Invece volevo portare in vacanza i miei organi e quelli di Bimbi, tutta roba che può aspettare fino a mezzogiorno.
Partire alle sei con un charter comporta essere in aeroporto alle quattro, il che significa partire da casina bella alle due e mezza: hai visto mai che buchi una gomma?
Partire alle due e mezza significa non andare a letto ed essere completamente rincoglioniti ancora prima di staccarsi da terra, oppure dormire due ore e svegliarsi nel cuore della notte, nel momento in cui l’organismo non vuole saperne di mettersi in moto.
E’ una cosa contro i Diritti dell’Uomo, e per cosa? Per andare in vacanza, così te la rovini prima di partire.
Guardo la ragazza dell’agenzia e le domando se la cifra, in euro, di cui parlavamo poco prima devo darla io a loro, o loro a me.
Sorriso del tipo “capisco l’ironia” e mi dice “Eh, ma per andare in vacanza…”

“Per andare in vacanza” sta ceppa di minchia.

Non ho la stella di Davide tatuata su un braccio e la destinazione non è Auschwitz.
E non me l’ha detto il dottore.
E non era neppure un last minute: tariffa completa, marinaio.
Io, quando consegno le finestre ai miei clienti, domando quando sono comodi, e una volta che i ragazzi hanno finito di montarle non si beccano neanche l’applauso come invece tocca al pilota.

Quindi, ringrazio, offro il caffè per il disturbo e me ne vado.
Richiamo dopo due giorni per vedere se ci fossero novità relativamente agli orari; mi risponde che è tutto come prima e che, nel frattempo, non ci sono più posti ma che se avesse saputo me ne avrebbe tenuto un paio…
La blocco; don’t cry for me, Cristina, a quell’ora ho già due posti prenotati nel mio letto…
E mi dispiace per la vita di merda che fa tanta gente che, pur di scappare, accetta di viaggiare come un pacco con la FedEx;
se quel charter del cazzo rimanesse a terra due volte perchè vuoto, la terza volta partirebbe a mezzogiorno.
Quel comportamento non è adattabilità o flessibilità: è mancanza di senno, è perdere il senso delle cose; se quell’isola ha dieci milioni di anni, sono ragionevolmente certo che l’anno prossimo sarà ancora lì.

Morale della favola?
Vado in Croazia, in macchina; e parto quando voglio.
Anzi, pago due settimane, da sabato a sabato, ma parto domenica e torno venerdì, così viaggio bene.
Con quello che ho risparmiato me lo posso permettere.

Astolfo, resta in campana: nel prossimo post cerchiamo di capire dove finisce il senno di quelli che comprano casa.

Dottordivago.

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