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L’appendice la faccio al post di due giorni fa, I tossici del mondo.
Proprio questa mattina sul Televideo Rai era riportata una dichiarazione del ministro Frattini -quello che scodinzola con i Grandi del Mondo e che fa la faccia intelligente e volitiva appena intravede un giornalista- relativamente al sequestro del rimorchiatore Buccaneer e del suo equipaggio, composto, tra gli altri, da dieci italiani.

Piccolo passo indietro:
lo stesso ministro, è stato intervistato ieri da quella rifattona del TG di SKY, quella che crede di aver fatto un affarone nel farsi fare due labbra sporgenti come un becco di papera; dichiarava che l’Italia è fermamente intenzionata a seguire la strada della trattativa, rifiutando qualsiasi opzione violenta che possa in qualche modo mettere a rischio l’incolumità degli ostaggi.
La papera lo guarda ammiccante con l’aria di quella che ha capito tutto e gli mette praticamente in bocca un “Quindi è evidente l’errore commesso dagli Americani che hanno scelto di attaccare i pirati…”

Premesso che “l’errore evidente” è stato quello di piombare sui banditi, seccarne tre su quattro e liberare il comandante che si era offerto in ostaggio al posto del suo equipaggio, lo sgamatissimo Frattini ha avuto un attimo di incertezza: visto che stava già facendo la faccia intelligente, non poteva intelligentirsi ulteriormente, così ha optato per l’espressione 22/bis, quella da “uomo che ne ha viste tante e sa come comportarsi”
Con un’espressione in cui c’era tutto -da “quello americano è un popolo giovane”, passando per “noi abbiamo ben altra cultura”, per arrivare a “sappiamo bene come regolarci”- ha risposto che non se la sentiva di sindacare le decisioni di uno stato sovrano, ma che noi intendiamo seguire la via del dialogo.
Detto questo ha cliccato indietro ed è tornato con l’espressione intelligente e volitiva d’ordinanza.

Vediamo la dichiarazione di oggi, probabilmente rilasciata con l’espressione 18/ter, quella con un sopracciglio leggermente sollevato:

I negoziati sono condotti dalle autorità del Puntland, la regione semi-autonoma della Somalia, in stretto contatto con il governo transitorio somalo.

Permettetemi di spiegarvi, se già non lo immaginate, come funziona la cosa, e sappiate che funziona così per ogni sequestro all’estero, come mi spiegava un mio cliente ai tempi dell’armeria, dipendente di uno dei quindici o sedici servizi
semi-segreti che abbiamo in Italia.

A bordo di un aereo militare che ci costa un’election day al mese, parte per la Somalia -o l’Iraq o l’Afghanistan- una squadra di incaricati dalla Farnesina, probabilmente perchè quelli che abbiamo già sul posto tra ambasciata e consolati hanno finito il Parmigiano; scaricate le due forme di Extra Riserva 36 mesi, guardano i “resident” e domandano:”Che si fa?”.
Questi hanno già preso contatti con esponenti del governo transitorio somalo, anche se tra Corti Islamiche e Signori della guerra, un governo non c’è, quindi probabilmente  si tratta di un “generale” che la settimana prima lucidava le gavette in cucina, il quale ha già incaricato dignitari del Puntland -che hanno pascolato le capre fino al giorno in cui si sono impossessati di un pick up dotato di una mitragliatrice Browning cal. 12.7- che a loro volta stanno trattando l’importo del riscatto con i pirati in questione.

I pirati sono dei criminali fatti e finiti ma, fondamentalmente, sono dei morti di fame, quindi chiedono un milione di dollari, visto che dell’euro non si fidano; i dignitari del Puntland portano la richiesta a tre milioni di dollari, visto che neanche il cane muove la coda per niente e che un pick up con un lanciagranate gli farebbe comodo; gli esponenti del governo transitorio somalo, che anche solo per il fatto che al loro paese passa il treno sanno come si sta al mondo, arrotondano a dieci milioni, però di euro, visto che si fidano della nostra economia.

Riferiscono sconsolati la richiesta ai “resident” d’ambasciata, i quali spiegano agli emissari della Farnesina che dodici milioni di euro sono una cifra più che ragionevole… Ops, ho detto dodici? Ma sì, và, meglio avere un fondo d’emergenza: se poi non dovesse servire, sai quanto costa far arrivare le puttane ucraine fino qua?… E poi, anche voi, avanti e indietro come la pelle dell’uccello tra Roma e qui… insomma, un minimo di disturbo…

Rimontano sull’aereo appena tornato dall’Italia, che nel frattempo ha portato un generale a Baghdad, e una volta arrivati riferiscono la trattativa ad un signore che ufficialmente cura gli scambi culturali italo-somali, il quale prepara la valigetta con una parte dei fondi neri e sul libro contabile ufficioso -sennò che cazzo di fondi neri sono?- marca diligentemente:

euro 15.000.00,00    (quindicimilioni,00)

mette i dodici milioni nella valigetta e i tre che crescono nella “dotazione fondi personali” -personali una ceppa di minchia, qui tutti ne vogliono un pezzo, gente di merda…-

Intanto il ministro Frattini ringrazia i giornali per il silenzio stampa, che sta sortendo i suoi effetti…

I nostri eroi sono pronti a ripartire per la massacrante missione: l’aereo, sempre quello che ci costa come un figlio scemo e pure puttaniere, sta scaldando i motori… Ferma tutto, manda un elicottero a La Morra (CN), che a Mogadiscio sono corti corti col Barolo…

Finalmente si parte con i dodici milioni.
Arrivati in ambasciata, i “resident” caragnano perchè hanno tenuto al caldo il Barolo, -“ma se lo consumiamo in fretta si può ancora bere, barbari ignoranti galoppini della Farnesina…”-
A loro volta portano i dieci milioni al generale lucida-gavette, esponente del governo transitorio somalo, il quale fa provvedere al cambio in dollari e ne manda tre milioni alle autorità del Puntland, che però, nel frattempo, hanno visto una partita di Kalashnikov che dicono “comprami comprami”, quindi ai pirati arriva solo mezzo milione di dollari, ‘sti tirchiacci di Italiani dimmerda… Vabbè, passi per l’uovo oggi, la gallina arriva domani sotto forma di una petroliera.

Gli ostaggi vengono rilasciati, da Roma partono due aerei: uno per i nostri dieci compatrioti ed il solito per gli incaricati della Farnesina, visto che è meglio non comparire nei telegiornali.
Contemporaneamente il ministro Frattini annuncia trionfante la liberazione, avvenuta senza alcun riscatto; ringrazia il governo transitorio somalo e le autorità del Puntland per la disinteressata collaborazione e dichiara l’intenzione di realizzare un ospedale per gli uni ed una scuola per gli altri; per quanto riguarda tutti i nostri funzionari che hanno abilmente tessuto la trama della trattativa, un semplice “grazie”, visto che si tratta di integerrimi dipendenti dello stato che hanno fatto, seppur in modo magistrale, solamente il loro dovere.

Quanto a noi, con settanta/ottanta milioni tra ospedale a Mogadiscio, scuola nel Puntland e spese varie, con i mille euro che versa di contributi tutti i mesi un operaio che ne guadagna mille, moltiplicati per i milioni di operai, possiamo permetterci di riportare a casa sani e salvi anche una banda di coglioni che si sono fatti rapire nello Yemen, ai quali la Farnesina aveva vivamente sconsigliato quella particolare provincia.

Dov’è già lo Yemen?
Ah, è lì in zona… Manda l’aereo, ormai su quella rotta può volare anche senza pilota…

Bon, finita l’appendice.
Passiamo ai saluti: la prossima settimana passerà così:

image

Trattasi di Forio d’Ischia, dove qualcuno farà massaggi e grattini a Bimbi;
io, se mi cercate, sarò lì vicino a tentare di sfoltire la popolazione di orate dell’isola.
Tempo permettendo, conto di riavvicinarmi ad un computer dopo il 27 c.m.
Baci e abbracci.

Dottordivago.

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