E non per quel milione di motivi che pensate voi.
Se poi, per cultura, origini, estrazione, indole o quello che volete voi, “pirla” non vi piace o non vi appartiene, datemi pure del
- piciu
- belinùn
- mona
- patacca
- fava
- e percorrete pure l’intera Italia dell’insulto fino ai siculi “arrusu” o “quacquaracquà”.
Ma che nessuno, mai, per nessun motivo, mi dia del “mitico”: non lo sopporto.
Avete mai trovato delle parole che vi stanno sul culo?
Io sì, da sempre, più o meno a cadenza decennale. Da sbarbato non saprei ma la prima che mi ricordo con certezza è “fegato”.
Oh, cazzo ci devo fare? Non mi piaceva proprio il suono e per buona parte degli anni 80, mi disturbava sia ascoltarla che pronunciarla.
Poi un bel giorno, anzi, una bella sera, un amico psicologo –non ero coricato sul lettino, eravamo mezzi ciucchi al bar Magenta, con una giovanissima e sconosciuta Brigitte Nielsen e qualche sua amica… così, tanto per dire…- mi ha spiegato che è una cosa che succede e mi ha consigliato la cura: se una parola ti sta sul culo è sufficiente pronunciarla un tot di volte e vedrai che perderà, insieme al significato, anche la capacità di infastidirti.
Così, quando qualcuno ha buttato lì un <<What we gonna do tonite?>> io ho risposto che per quella sera avrei detto “fegato” ed ero abbastanza ciucco per farlo davvero.
<<Ehhh???…>>
<<Sì, penso proprio che dirò “fegato”, liver, andestend paisa’?>>
E quando il gruppo se n’è andato, io mi sono spostato dal tavolo al banco del Magenta, come i vigili del Ramazzotti, e, facendo finta di parlare col barista consenziente, ho detto “fegato” per una bella mezzora.
Ha funzionato, due volte: ho smesso di detestare “fegato” e mi sono risparmiato un sacco di soldi che quella banda di zoccole avrebbe senza dubbio mangiato a me, oltre che agli amici, nel corso della serata, nella tentacolare Milano-da-bere.
Negli anni 90 avrei ucciso chi, in mia presenza, avesse pronunciato “sfrucugliare”. Non era per il suono della parola, più che altro perchè mi ricordava un che di intellettual-romano-salottiero , una parola da Nanni Moretti, roba Veltroniano-Rutelliana, per capirci.
Lì non ha funzionato nessuna terapia, l’effetto è quasi scemato col tempo ma ancora adesso è una parola che non mi fa impazzire.
Nel primo decennio del 2000 ho molto odiato “imbarazzante”, per un motivo ancora diverso: è la parola usata più a sproposito di ogni altra.
E’ diventata un superlativo assoluto: quando uno non sa più che iperbole usare o cosa dire per esagerare un concetto qualsiasi, ti caccia lì una botta di “imbarazzante”, a cominciare dall’insopportabile finto-simpatico Franco Bobbiese, quello con la pettinatura da Prima Comunione anni 60 che da qualche anno tenta di rovinare il dopogara del motociclismo su Italia 1.
E siamo arrivati a “mitico”.
Anche questa parola non mi crea un disturbo fonetico ma mi ammazza per l’uso improprio.
Tra i vari “amici” di Feisbuk, chi non ha in lista qualche povero disgraziato o sfigato o magari solo qualcuno noiosamente, insopportabilmente retorico?
Una volta gente così non ne avevo, tra gli “amici”, quando credevo che FB fosse una cosa non seria, non esageriamo, però che valesse la pena di non sputtanare, periodo durato due giorni: allora selezionavo le persone. Ora ho realizzato che FB è una cagata che mi serve principalmente per scoprire i compleanni dei conoscenti, quindi non faccio più selezione all’ingresso; soprattutto, da quando ho associato il nome della mia attività al mio nome, faccio amici cani e porci: più gira il nome dell’azienda e meglio è.
Sono troppo sincero? No, perchè… se disturba, ditelo…
Be’, più uno è un poveraccio (d’animo), più le cose che pubblica sono prive di senso, vecchie, retoriche e tutto il peggio che vi viene in mente, più si becca del “mitico”, oltre a valanghe di “mi piace”.
C’è uno, un brav’uomo che dalla vita ha ricevuto solo una grande passione per il calcio, in particolar modo per i Grigi, la squadra di Alessandria che l’anno scorso, dalla possibilità di salire in “B”, non so per quale furbata o inghippo si è trovata in serie F o G, non ricordo quale, so che giocano contro squadre da Torneo dei Bar.
Be’, per il nostro ineffabile scrittore la terna Tifo, Grigi, Stadio Moccagatta ha lo stesso valore di Dio, Patria e Famiglia, a cui dedica ora accorate, ora indignate esternazioni. Uno dei classici è “Non ci deve essere posto per chi vive nel mondo del calcio per interesse”, dichiarazione a cui l’unica cosa logica sarebbe rispondere: <<E poi che cazzo ci fai da solo?>>.
Invece è uno scroscio di applausi virtuali, di “mi piace” e, soprattutto, di “mitico”. Ora, capisco che chi consacra la vita al calcio non-giocato, guardato e urlato è uno che si accontenta di poco, quindi un concetto o un’uscita a malapena sufficiente diventa un uovo con due rossi; però sarebbe già grasso che cola la definizione “grande”, che per altro si lega benissimo a “uomo” come a “pirla”, uno dei motivi per cui quando uno mi gratifica con un “sei un grande”, mi resta sempre il timore che la frase sia in realtà un’incompiuta.
Continua
Dottordivago
almeno ti irritano singole parole. Io provo un fastidio ,anche fisico,dinanzi ad intere strutture e frasi ricorrenti..non ti sto a dire quanta gente ho praticamente oscurato su FB per il suo continuo ricorrere a determinati modi e forme d’esprimersi:si potrebbe dire che nella mia home di FB siamo in 10
Vedo che hai capito quale sia il corretto uso di FB.
Invece per il fegato credo che fosse anche (inconsciamente ) perché non ci trovavi una parola con cui fare rima , come con cuore, mulo, sollazzo, ecc.
ecco vedi che c’è un perchè a tutto…… io parlo e scrivo sempre dello stesso argomenti per demonizarlo…. ma non ci riesco, proprio non ci riesco, mi piace troppo la topa!
E quando dicono:” INTERESSANTE”?, ma interessante cosa.. Che manco mi stai ad ascoltare!!! Ma vai affanculo .. che suona sempre bene, anche nel 2012.
Ma qual’è il tema? Parole che fanno oggettivamente senso o parole che fanno senso per l’uso ad minchiam che se ne fa?
Nel primo caso, penserei ad un termine latino dal sapor di gioventù.. nel secondo, da anni detesto “provocazione”. Schema classico: X dice una cazzata, qualcuno glielo fa notare, X capisce ma, anzichè guardare l’arbitro e alzare il braccio, dice: ovviamente, è una provocazione: e gli altri gliela fanno passare, e il cretino se la cava! Bah..
p.s.: Tranquillizzami: tu al Magenta stazionavi per motivi di figa o perchè pagava qualcun altro, vero?
Primo: “qual è il tema” lo dici a tua sorella, ti ricordi con chi stai parlando?
Secondo: al Magenta ci stavo per motivi di figa, ovvio.
Al pagamento provvedevo io, parlando delle mie consumazioni e di qualche rarissima consumazione altrui, quasi sempre uomini: c’era talmente tanta gente che si ammazzava per pagare le consumazioni delle ragazze che se non lo facevi ti consideravano maggiormente, almeno quelle che interessavano a me.
Poi c’erano quelle che pippavano dieci grammi e tre Cristal a notte ma io ci stavo (obbligatoriamente e volontariamente) lontano.
Tranquillizzato? E come mai il nome “Magenta” ti turba?
Ormai militesente, parcheggiato com’ero in Cattolica, sita a pochi passi, ma assai più propenso al cazzeggio che alle auguste aule, imparai presto che il Magenta era un vero concentrato di “tralaltro”. Chi è il tralatro? Spiego con un esempio: “mi sono comprata questa Gucci nuova, che poi tra l’altro ne ho già tre”.
E perché odiavi la parola “fegato”? non l’ ho capito bene… Quanto a me, quando sento la parola “emergenza” mi si rizza il pelo. Bye!
Mi auto-cito: “Non mi piaceva proprio il suono e per buona parte degli anni 80, mi disturbava sia ascoltarla che pronunciarla”.
E adesso mi scrivi 100 volte “devo stare più attenta”…
uffa però 😦
Assolutamente no/assolutamente si’
Sul territorio
Implementare
Comunque , mitico! Sei un grande!
Dio ti maledica, avvocato…
ah be’ allora..:
burlesque
proattivo
autoironico
gogna mediatica
macchina del fango
e tra i dischi caldi: ce lo chiedono i mercati
quanto ad assolutamente sono assolutamente d’accordo con Marco G.; il bello è che l’interrogato risponde solo con l’avverbio senza aggiungere nè un sì nè un no. “sei stanco?” “assolutamente”.. ma de che?
ah dott una coda ad un tuo vecchio post: se avessi sentito ieri sera il fior fiore del giornalismo di rai smort che raffica di domande a Buffon, tutte invariabilmente inizianti con “scusa gigggi”..
Pensa che sono così assuefatto che quasi quasi “Gigggi” manco lo noto più.
Sì, Tiggiddue continua ad essere una frustata ai timpani, ma sto perdendo le energie, finirò per arrendermi al ponentino linguistico…
Dottordivago sei MITICO !
Assolutamente no/si
Solare
obsoleto.
Bar Magenta ?! come sei giovane………io mi sono fermata a S.Babila