È tradizione consolidata che al secondo commento qui ci si becchi il benvenuto ufficiale con cesto d’ordinanza.
Maria ha segnato il territorio in aprile e si è ripetuta nel post precedente, quindi…
Di lei non so nulla, tranne che il marito ha fatto esattamente come me, cioè ha salutato l’arrivo in politica del Berlusca come una svolta dopo la Prima Repubblica, salvo ritrovarsi a rimpiangere i bei vecchi tempi.
Quindi, più che a Maria che si becca il cesto, dedico al marito il coro dell’Adelchi e allargo la dedica a me e a tutti quelli che hanno accolto come liberatore uno che, invece, ha solo portato altri problemi.
Lo dedico anche ai Milanesi, giusto perchè, se mai riuscissero ad imbarcare la Moratti, sappiano che chi arriva…
Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò:
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor:
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durâr;
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.
Lo so, certe citazioni non sono il mio pane quotidiano ma, per una volta, perdonate questa caduta di stile: prossimamente rimedierò con un post pieno zeppo di parolacce. Giuro.
Dottordivago
Un raggio di sole dal passato e un bellissimo ricordo che affiora.. sorprendici più spesso dottore, non essere timido.
E benvenuta Maria.
Mirabile la citazione , Te la fregherò al più presto!
Fai pure ma non ti ci abituare: oltre a questa mi ricordo solo “Ei fu siccome immobile…”
quella la conosciamo tutti, a chi non è capitato?
m’inchino a cotanta sapienza, ma Carlo Magno, con l’andar dei tempi, ha cambiato nome in Silvio Magnaccia.
Un saluto a Maria, e al Dottor Divago, palladino delle cause vinte.
Welcome to the jungle.
grazie per il cesto di frutta e la poesia. Apprezzo entrambi. In fondo, tutto cambia al fine di nulla cambiare. Non sarebbe tempo di non cambiar nulla per cambiare TUTTO? Questa sarebbe la vera grande rivoluzione. La sola che valga la pena combattere.
Un sorriso
Non per sparare sulla croce rossa, ma un sorriso in questo blog è la prima volta che ci entra; se il dottordivago non si è fatto ancora incantare dalle tue grazie mi sa che ti becchi un cazziatone…!
Mi si sono cariati i denti , ma siccome sono pure un uomo di cul-tura apprezzo la divagazione letteraria.A quando le parolacce DOC?
Calma, calma…
Va beh, con un cazzoculofigamerda ti tengo buono per un po’…
in negozio si sente di peggio, specialmente quando una piccola testa di cazzo, ma con poteri da grande testa di minchia, rompe i coglioni allo stato supremo.
Il tuo cazzoculofigamerda è come uno stuzzichino durante l’aperitivo, ma noi qui siamo gente alla buona, andiamo in trattoria dove le razioni sono ottime e abbondanti, quindi accettiamo l’antipastino ma stiamo aspettando il grilletto con la pasta.
una vergine non fa il paradiso come una rondine non fa primavera…….cazzo centra non lo so ma mi andava di scriverlo.
Specie se si parla di Maurizia Paradiso!
e allora qua il cazzo centra, cioe speriamo che non c’entra!