Sottotitolo: Ich bin ein Japanese.
Dicesi “rispost” una cosa che è partita come risposta ad un commento ma che, per deformazione dello scrivente, diventa lunga come un post, da cui l’elegante calembour…
Dietro stimolazione verbale (sì che si parla con la bocca ma stava per scapparmi “stimolazione orale” e non sta bene…) della nostra Voodoo Dolly, direi ancora due cose sui Giapponesi. Ma prima mi scappa di divagare. |
O mi volete troppo bene o vi siete un po’ accasciati o, peggio, non mi cagate: fatto sta che non mi spernacchiate più come una volta. E questo non è un posto per anime buone, ve lo ricordo. Dove è finita, faccio un esempio, la causticità genovese del Misterpinna? O la schiettezza mediterronea del Tuttoqua? Per non parlare del gusto innato, tipicamente alessandrino, di dare del coglione a qualcuno, come mi sarei aspettato da Enrico o dal Camagna… Sabato ho dichiarato che, relativamente alla Libia, l’Europa e la Nato non avrebbero fatto niente ed ho pubblicato il post alle 17.01: mezzora dopo i Francesi facevano partire i primi calci nel culo del fidanzatino –ripudiato- del Berlusca. |
Torniamo alla Voodoo, che dice:
Ah no dottore, non toccarmi i giapponesi! Innanzitutto la massima espressione della loro cucina non è il pesce crudo… una delle cose più buone che abbia mai mangiato, l’ okonomiyaki, è un piatto (cotto) giapponese. E poi, i giapponesi sono formali e fissati col lavoro: è vero. Ed è pure vero che hanno le gambe storte. Ma sono educati e gentili, precisi ed efficienti! Le città, i parchi, le strade, tutto quel che è “pubblico” è trattato con una cura che noi ci sognamo, il traffico non è caotico, i servizi sono efficientissimi. Le donne non si sentono in dovere di essere fighe a tutti i costi, e i maschi non si sentono obbligati a emanare testosterone 24 ore su 24. Vogliamo fare il paragone?
Voo, vedi che potresti far bene ma non ti applichi? Io ho parlato di aspetto più appariscente della loro cucina, non di massima espressione.
L’aspetto più appariscente della cucina italiana sono gli spaghetti ma non dobbiamo dimenticare che rappresentano l’1% di un’offerta gastronomica senza pari.
Ovviamente concordo su tutto ciò che pensi dei Giapu e ti dirò di più: leggevo da qualche parte che a causa dell’occidentalizzazione di parte della loro dieta e della loro postura, hanno incominciato ad assumere non ricordo quale sostanza che gli sta raddrizzando le gambe, fenomeno agevolato dal fatto che sempre più Giapu si siedono sulle sedie, invece di stropicciarsi le giunture in quella posizione da pazzi.
A livello comportamentale sono meravigliosi: io in Giappone ci sono stato tre giorni nell’85 ma ho fatto in tempo a noleggiare una Corolla decapottabile e, in precarie condizioni psicofisiche, infilare una rotonda al contrario e creare un ingorgo micidiale.
E nessuno che ha detto “ba”…
Quando la gente ha iniziato a scendere dalle auto (giuro, era venuto fuori un merdaio…), mi sono alzato in piedi sul sedile e ho urlato: «I’m an italian kamikaze: war is not over!»
Oh, non uno che mi abbia messo le mani addosso…
Le bacchette no, quelle non gliele perdono.
Ok, loro trovano disgustoso vedere infilzare il cibo; e noi, cosa dovremmo dire? È forse meglio infilarsi in bocca un nigiri grosso come un uovo sodo? Oppure staccarne metà con un morso e posare il resto nel piatto? Basta, chiuso l’argomento, ne ho già parlato a sufficienza in passato.
E il sushi mi fa incazzare, anche se poi il problema sarebbe nostro: ho già detto che ritengo un curioso contrappasso per noi Italiani, abituati a mangiare pesce cotto e riso al dente, ritrovarci a strapagare pesce crudo e riso scotto, il tutto che sa di salsa di soia e wasabi, almeno qui in Italia, dai Cinesi finto-giapponesi.
Nei veri ristoranti giapponesi le salsine e gli intingoli sono decisamente spettacolari e devo riconoscere che, proprio in questo periodo, sto leggendo un libro di cucina orientale, con le cui tecniche e sapori ibridare la mia cucina mediterranea: vi ho già parlato del “sushiammammete”, no?
A proposito di crudo e cotto: non ce l’ho col pesce crudo, l’ho sempre mangiato, molto prima della gran moda.
Le acciughe mangiate crude in barca sono meglio delle ciliege sulla pianta e non parlo di roba lavorata e ben servita, eh?
Quando un branco di predatori se la prende con un banco di acciughe, scoppia il finimondo: le prede si appallano e, per sembrare più grandi e numerosi, ‘sti pescetti si radunano sotto alla barca, ti vengono proprio a cercare; a quel punto è sufficiente avere un guadino ed il gioco è fatto, vengono su a badilate, per non parlare di quelle che saltano direttamente sulla barca, col terrore negli occhi.
Così, se non si riesce a pescare i predatori, almeno ci si toglie la voglia di acciughe, semplicemente strappando testa, lisca ed interiora con un unico movimento, a cui segue una sciacquatina pro-forma in acqua e… mmm… che delizia…
Per concludere, devo dissentire dal Camagna: il livello medio della gnocca non è poi così basso. A parte quel poco che ho potuto vedere in tre giorni –e che non era male…- ho conosciuto molto bene un paio di signorine –una alla volta, of course…- del Sol Levante, in quel di Los Angeles: due vere bamboline.
Sai cosa? Ti fanno sentire una specie di Rocco Siffredi: fisicamente evolute da millenni in una certa direzione e probabilmente abituate ad acchiappare delle supposte, entrambe emettevano degli squittii e degli urletti che, per una volta, anch’io ho provato il turpe piacere di sentirmi una sorta di bruto impalatore ed è una cosa che, sempre per una volta, gratifica selvaggiamente anche chi, come me, è fermamente convinto che “le dimensioni non contano”…
Dottordivago
‘azzo dottore ma chi sei? fottino di chiavonia?
Effettivamente, se fossi un lettore di Lampedusa, probabilmente qualcosina ti avrei risposto… ma cosa vuoi, la sensibilità ai singoli argomenti è soggettivissima.
Io del Giappone non so nulla. Ho avuto un contatto con la cucina casalinga giapponese solo una volta, quando una conoscente, in Italia per aggiornare il suo concetto di bellezza, mi ammannì del gelato sotto al quale aveva messo dei fagioli. Fine di ogni attrazione per la cucina giap.
Per il resto – umana pietà a parte, e considerato che stante le dimensioni della tragedia se la stanno cavando come nessun altro potrebbe sulla faccia del pianeta – l’unico motivo di interesse contingente risiede nel buffo Nagatomo.
E la Libia, dott., siamo alle solite: avrebbe dovuto rimanere un protettorato italiano, come tutta l’africa con i propri ex colonizzatori: meno morti, meno fame, meno merda e malattie, meno figli e meno estremismo per tutti, a partire dai libici stessi.
No, oggi non sono Fottino di Chiavonia ma in quegli anni potevo insegnargli come si fa.
Mi auguro che nessuno abbia frainteso: io e Rocco non siamo neanche parenti alla lontana, come si dovrebbe desumere dal post.
Se invece si parla di risultati… Beh, quello è stato un gran bel periodo.
ahhh e così dissenti da me….e bravo ecco perchè ho la dissenteria, colpa tua, maledetto.
Non riesco a darti del coglione perchè dopo tanti anni di permanenza qui all’ est di paperino ho perso un pò di quella alessandrinità che quindicianni fa portavo fiero per l’Italia.
Si vede che mi sto rincoglionendo io..
Comunque hai ragione, con le donne non ci azzecco, forse è per questo che continuo a risposarmi.
Pur essendo umanamente dispiaciuto, concludo con un “meglio a loro che a noi”
ma ancora la dissenteria! accidenti ma mettiamoci un tappo di cemento!
un tappo di cemento come sulle centrali nucleari?
comunque non è influenza…… e qualcosa di un po più serio, il fegato sta facendo a pugni con l’intestino, e io sono in mezzo.
Polveri eri e polvere ritornerai…… io son n’omo em’merda e pian piano mi liquifico!
Si vede che non ho una bella giornata?
Saranno le radiazioni………
Dai Doc, con il nordafrica non ci ha capito niente nessuno, men che meno Muammar che ha preso il vecchio Rimorchiatore credendo di mettere le mani sul Berlusca. E poi molte amiche mi han detto che le dimensioni non contano , ma se è bello grosso è meglio. E sui giapu vorrei aggiungere però che sono educati, ma molto suscettibili, la mia amica dopo aver letto il mio post sullo tsunami mi ha cazziato a morte dicendomi che non ho capito niente. Figuriamoci se ci mettiamo a fare le pulci a te.
Eheh, “la ragazza non si applica”!!! Ma l’ appunto sulla cucina era solo en passant, a monte della mia appassionata difesa dei giappici! 😀
Caro Vlad,
per me, che il riso si mangia solo se si è malati, tutta ‘sta mitica del risotto, è una minchiata!
Sasso nello stagno volevi? Eccomi!
Ciao
Paolo
Consapevole ci casco e ti mando a cagare (cordialmente, s’intende): il risotto è il principe della cucina italiana, il nettare degli dei, avrebbero dovuto metterlo nella cinquina della famose 5 cose per cui vale la pena vivere nella rubrica del vecchio Cuore. Sono reduce da un risotto all’amarone che avrebbe fatto fare pace a Hitler e Stalin. Ma che te lo dico a fare, capisci solo tagliatelle e funghi…
“Vlad” una sega: giusto con quelle due Veneri tascabili mi potevo sentire tale.
Come si dice: mi piace vincere facile…
Ah, se serve un moderatore, io mi trovo in posizione equanime tra risotto e tagliatella.
grazie dott, ma è peggio che guelfi e ghibellini, e dura da 31 anni.
Sono d’accordo con Voodoo Dolly su tutto quanto dice sui giapponesi ( ci ho lavorato un paio d’anni in Giappone da pendolare per cui parlo con cognizione di causa ) tranne quando dice che l’okonomiaky è un piatto buono. Oserei dire che è quanto di peggiore ci possa essere ( una specie di frittatona con qualunque cosa mischiata insieme e cotta sulla piastra guarnita con mayonese e salse tipo teriyaki etc ) . Per il resto ci sono piatti assolutamente deliziosi ma totalmente sconosciuti ( o perlomeno sconosciuti nella loro vera realizzazione e sapore , un po’ come capita ai piatti italiani in giro per il mondo ) in Europa e soprattutto in Italia ( parlo del ramen fatto come si deve che nelle fredde giornate d’inverno resuscita i morti , o del suliyaki , o di altri deliziosi nabe etc etc )
Sorvoliamo su alcune “parti” del fugu ( pesce palla, un nome una garanzia ) che ho mangiato inconsciamente .. Non chiedetemi dettagli sono troppo pudica per dirvelo. Vi lascio solo un indizio : dopo aver mangiato sta pallottolina fritta avevo la linqua leggermente allappata …
Anche sul fatto che le donne non devono essere fighe a tutti i costi ho qualche riserva : diciamo che hanno un concetto diverso dal nostro dell’esser figa.
Ma il livello di civiltà e rispetto che ho trovato in Giappone davvero non l’ho visto da nessun’altra parte al mondo …
Ma vedo che eri d’accordo anche tu… comunque ti ho risposto , altrimenti poi ce la meni che non ti si fila …
Al primo posto io metto soba e zuppe di tutti i tipi, purchè non fatte con fetenzie tipo uova di sei mesi o meduse.
Anch’io trovo orrendo l’okonocazzi ma non volevo contrariare la dolce Voodoo.
D’altronde, se anch’io ho trovato una moglie, significa che i gusti sono gusti e possono piacere le cose più strane…
Ciao meb, nei miei okonomiyaki grazie al cielo la mayonese mancava… però c’ era tutto il resto! e va be’, de gustibus! 🙂
non credevo che usassero le bacchette perché gli fa schifo vedere il cibo infilzato, pensavo fosse per evitare le incrostazioni delle forchette, mi hai illuminata…
Felice di servirla, cara…
Caro Dottordivago, a me la loro cucina (o quantomeno la versione che siamo abituati a conoscere) mi (rafforzativo!)piace molto.
Ecco, direi che hai tralasciato un aspetto decisamente tragicomico dei giapponesi: la loro assoluta incapacità di riuscire ad essere abbigliati in modo elegante!!! Ormai le orde di giapponesi in fase di shopping a Milano non si vedono più, ma ti assicuro che non so proprio come riuscissero a combiarsi in modo tanto ricolo e assurdo….
Sento quasi la mancanza di certi orrendi paraorecchie in volpe o di stivaletti a metà polpaccio sulle loro gambine magre e storte 😉
Ah, mi sento chiamato in causa… scusa per non averti dato del pirla 🙂
Effettivamente quando ho letto il tuo post, mi son detto: ricordarsi di scrivere qualcosa quando ci sarà l’attacco… ma poi ero troppo impegnato a scrivere qualcosa per il mio, di blog. Che tra poco pubblico, promesso!
A presto
Scuse accettate con riserva: lo sai che a certe cose ci tengo…