Pioggia di commenti sull’Autonomia.
Enrico sostiene, giustamente, che ogni divisione ha dei costi, anche se pure le riunificazioni non scherzano, per info citofonare Germania.
Solo che non ho parlato di divisione ma di autonomia, situazione già esistente in Italia e sancita dalla Costituzione, considerata intoccabile, anche se messa com’è non riuscirebbe mai ad ottenere un Certificato di sana e robusta Costituzione…
Ripetendo la risposta ad Enrico, vi domando: vi sembra che Val d’Aosta, Trentino, Friuli, Sardegna e Sicilia siano divise dall’Italia?
A me sembrano italianissime e vorrei che tutte le regioni fossero così. Nè più, nè meno.
È un buon sistema? Allora voglio essere come loro.
È un sistema dannoso? Allora, per il loro bene, vorrei che loro fossero come me, Piemontese col centralizzato, non inteso come riscaldamento ma come sistema amministrativo e contributivo.
Con tante discutibili cagate che scrivo, per una volta la mia logica è inattaccabile e ribadisco: non ho detto “credo sia inattaccabile”, ho detto “è inattaccabile”, anche solo per il fatto che, come quello dei Siciliani e degli altri autonomi, il mio organismo si basa sulla chimica del carbonio, come loro ho svariati organi pari ed alcuni dispari, insomma, come diceva mio nonno quando percepiva un’ingiustizia o una disparità di trattamento nei suoi confronti: “A iò la buca suta u nas c’me ‘i ater” –ho la bocca sotto al naso come gli altri-
L’attento Storvandre mi fa notare che, potendo gestire i proprii soldi, è meglio ridurre le tasse che non sperperarli in benefici e regalìe come quelle, pescate a caso in mezzo ad altre mille, che ho elencato.
Certo che sarebbe meglio. Ma solo se il sistema ti consentisse di aver voce in capitolo sugli eventuali risparmi frutto della virtuosità della tua gestione; al contrario, se sai che ciò che avanzi finisce nel pozzo nero, cerchi di avanzarne meno possibile.
Il primo caso è definibile come “Politica del minestrone” che, se ne avanzi, il giorno dopo è ancora meglio, sia che te lo mangi tu, sia che serva per sfamare chi ne ha bisogno; il secondo ricorda più il caso delle patatine fritte, che se non le finisci subito le devi buttare nell’organico, per cui ti ingozzi come un pitone.
A Cristina dico che gli incassi dei musei ed affini resteranno ovviamente in regione come tutto il resto.
Quindi, se le cose stanno come dice Alemanno, che Roma è in credito con il resto d’Italia, o come sostiene Placido, che è il Sud ad essere in credito con il Nord, un sistema basato sull’autonomia metterebbe al riparo le regioni del Sud dalla voracità e dissolutezza del Nord.
A quel punto, potendo contare su buona parte del frutto del loro lavoro (dovranno comunque garantirci un minimo di fondo di solidarietà…), per le regioni del Sud sarà un gioco da ragazzi risanare i loro bilanci e, faccio un esempio, un paesone come Catanzaro, che al momento ha un passivo di
un miliardo e quattrocento milioni di euro
potrà in breve lastricare d’oro le strade.
È ora che noi polentoni impariamo a muoverci sulle nostre gambe, senza aspettare la pappa pronta dagli amici del Sud che, oltretutto, infamiamo diffondendo studi che mettono le città del Sud agli ultimi posti nelle classifiche positive ed ai primi posti in quelle negative.
So benissimo che, in un sistema simile, noi Piemontesi abbiamo solo da rimetterci ma voglio poter girare con la testa alta, per una volta.
Quindi, visto che già esiste e giusto per non fare figli e figliastri, allarghiamo a tutta Italia l’Autonomia Regionale.
L’inesistente Padania resterà tale e, per cortesia, non verrà più nominata, visto che mi sento più Italiano o più Europeo o più Frocio che Padano.
Bossi, povero disgraziato rincoglionito, si troverà una badante mentre suo padre, il Senatur, potrà andare in pensione.
Roma resterà la Capitale d’Italia e riceverà un contributo ragionevole da tutte le regioni, che si accolleranno una volta per tutte la loro parte di Debito Pubblico, di debito INPS e di tutti i puffi che abbiamo in giro.
Ci dovrà essere un fondo di solidarietà obbligatorio, da tenere d’occhio come una figlia adolescente che ha scoperto il cecio, una sorta di cassa comune in cui chi preleva lo potrà fare sulla base della propria solvibilità e, nei dovuti tempi e modi, dovrà restituire il prestito.
E l’Inno di Mameli?
Sarà sufficiente un piccolo lifting al testo: quello “Schiava di Roma” mi va un po’ su per il culo, così come ripetere quattro volte nella stessa strofa “Siam pronti alla morte”… non lo so, sembra quasi di andarsi a cercare delle grane…
Effettuato il tagliando, l’Inno di Mameli continuerà a suonare per la Nazionale, per la Ferrari e per Valentino sulla Ducati.
E si farà l’amore, ognuno come gli va e anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età.
Dottordivago
Concordo assolutamente che una buona autonomia è assolutamente auspicabile, mai negato. Solo che per oltre il 10% degli Italiani (in rapido aumento visto l’andazzo) si scrive autonomia ma si legge secessione e negarlo mi pare difficile. per l’inno di Mameli ricordo che schiava di Roma è la Vittoria e non l’Italia, anche se siam pronti alla morte mi ricorda la barza di Saragat che chiedeva ai corazzieri se eran pronti alla morte per lui e loro guardandosi pronunciavano a mezza voce : ” Ma a l’è sa ciùc a la mateina prestu?”.
Il Trota invece me lo stavano localizzando come sostituto di Profumo, mah…
L’autonomia disarmerà i secessionisti.
E poi i miei amici terùn sono più simpatici di loro…
Dottordivago
bel sogno. ora mi sveglio e torno a laurà, in modo che il paesone Catanzaro possa continuare a ciucciare impunemente una tetta anche mia.
mesti saluti
caro Dottore, il mio appunto era pensato più che altro per un modello di business che per una volta si ispirasse all’impresa privata. ossia – e ce l’ho sotto gli occhi tutti i giorni – do ai miei manager metà dei soldi che gli servirebbero per gestire le loro commesse, e poi mi metto ad osservare lo spettacolo d’arte varia di gente che inventa ogni giorno un nuovo sistema per arrangiarsi. ahimé, dopo quasi 20 anni di onorata carriera, devo dire che il sistema è di una efficienza spietata. solo così capisci chi sono i migliori, e fin dove arriva la loro efficienza. a fare una bomba con il c4 e una squadra di artificieri son bravi tutti. ma solo mac gyver riesce a farla con sputo, cincingomma un fiammifero usato e del concime.
…e avvolge il tutto con la camicia, così mostra pure il pettorale alle fans.
Vecchia volpe, il Mac…
Dottordivago
Col concime (nitrato ammonico ) son capaci tutti, se invece intendi il letame è già un bel problema anche se l’effetto deve poi essere interessate
ah io no, guarda, già chi cambia una lampadina senza staccare il generale per me è un semidio.
Ho fatto un sogno,
volavo sopra un paese che sorrideva, per strada, nelle case, al lavoro.
Dottore ci scende la lacrima.
applausi.
bon.
Allora ho capito tutto: se torno in Italia vado a vivere in Val D’Aosta!
Tanto le regioni autonome un le faranno mai! E poi come rubano? Mica sono scemi…
sei un prodigio di sintesi: in una riga metti fine all’assai accademica discussione.
ti dico come la penso io: ho sempre votato Lega -non è certo un segreto per nessuno- ma mi si rivolta lo stomaco a sentir parlare di secessione o abrogazione dell’inno di mameli..potrà sembrare una contraddizione (d’altra parte non credo che chi vota a sinistra sia in favore della riapertura dei gulag) ma non mi importa: quello che mi schifa è vedere come in Italia siano sempre state gestite le cose: 150 anni fa è stata finalmente creata la nostra Nazione..peccato che da allora ci tengano uniti col filo di ferro e il cemento scadente:un vero popolo unito non lo siamo mai diventati (con mio grande dispiacere), e le conseguenze le paghiamo tutti. Tranne ovviamente chi trae interesse dall’avere un Sud che arranca per stare al passo col Centro che arranca per stare al passo col Nord. Con questo non voglio dire che la colpa sia prettamente della gente che non c’ha voglia di fare un cazzo, ma con la scusa dell’assistenzialismo selvaggio ci rimettiamo tutti. Bisogna essere ciechi per non accorgersi che più che un popolo unito, siamo come tutti figli di una grande famiglia nella quale i genitori (il Governo e le Istituzioni) trattano i figli (noi tutti) in maniera disuguale: bastone e carota per alcuni, e guai a sgarrare (provate a girare in moto per Verona senza casco,tanto per fare il solito esempio stupido) e dall’altra parte arrendevole rassegnazione per le marachelle più o meno gravi degli altri figli un pò più discoli (ma ssò piezz’e core). Questa è la ricetta per creare uno stato unito solo sulla carta, non giriamoci tanto intorno..può dar fastidio sentir dire queste cose, ma è quello che ci tocca vedere tutti i giorni. Poi, per carità…ammetto anch’io che attaccare personaggi quali Bossi e relativo Pesce domestico, oppure Borghezio o Gentilini, è fin troppo facile: sembra che lo facciano apposta (da me si dice: come darghe a un can che caga), ma cerco di non pensare a loro quando metto la crocetta sulla scheda.
Saluti