Avevo già scritto un post come quello di ieri, nel senso di mettermi alla tastiera per scrivere qualcosa e non riuscirci.
E non per “blocco dello scrittore” o mancanza di idee: tutt’altro!
Più che un blocco, si tratta di un ingolfamento da stronzate, nonchè la cronica incapacità di seguire una cosa –qualsiasi cosa- per più di dieci secondi.
Io sono come quei ragazzini che dovrebbero studiare ma è sufficiente che passi una mosca e loro cominciano a seguirla con lo sguardo, poi spianano le pieghe delle pagine, poi si guardano le unghie, poi esaminano la biro come se dovessero percepirne l’intima essenza…
Insomma non combinano un cazzo.
La mia ispirazione –uhh… che paroloni…- parte come un’onda anomala generata da un terremoto, bassa, quasi impercettibile ma velocissima; avvicinandosi alla costa (tastiera) viene rallentata dal fondo che sale (cagate che si incrociano) quindi si innalza (mucchio di cagate) e devasta la fascia costiera (per fortuna, nel mio caso, si risolve tutto in un gran casino senza né capo né coda).
Quel vecchio post, costruito intorno al vuoto pneumatico, aveva suscitato l’ammirazione di Skakkina che si esprimeva così:
La divagata della divagate! Mai visto post più vuoto di questo!
Chapeau!
Io le rispondevo:
Vedo che hai compreso la grandezza del dono della divagazione: non è da tutti creare qualcosa, qualsiasi cosa, intorno al vuoto pneumatico.
Chiosa finale di Skakkina:
Assolutamente sì: sei il Michelangelo della divagata! Tu prendi un pezzo di vuoto e vi riconosci la forma nascosta, togli il vuoto esterno e ne lasci l’essenza!
Pensavo di esserne esperta anch’io, ma riconosco di avere troppo da imparare!
Certo che, messa così, potrebbe quasi sembrare un complimento, solo che non ne sono convintissimo…
Beh, ieri ci sono ricascato, succede, e me ne scuso con chi, alla fine del post si è domandato: “Ma io, con chi cazzo perdo il mio tempo?”; oltre a scusarmi, mando a dar via il culo chiunque abbia avuto un pensiero del genere.
Lo dico da sempre: astenersi non-perditempo.
Bene, dopo l’Ode al Nulla vediamo se oggi esce qualcosa con un minimo di concretezza.
Allora: ero a spasso con Bimbi per le vie di Aosta.
Qualche passo davanti a noi c’è un bel ragazzo, va beh, ragazzo… diciamo sulla trentina, probabilmente circondato da un campo di forza che annulla la gravità, infatti indossa una polo con il colletto dritto in piedi come un freno aerodinamico; i jeans subiscono lo stesso effetto: sono arrotolati fino a metà polpaccio.
Eraclito ha partorito il pensiero del “panta rei”, tutto scorre; addosso a questo tipo, tutto sale e non è un fatto aostano, se ne vedono ovunque.
Mi ero già espresso in tema di pantaloni portati sotto al culo, era una trilogia: 1 2 e 3 e, quando proprio avete mezzora da buttare via, potete sempre dargli un’occhiata.
Il vezzo del trentenne che mi camminava davanti è meno grave, lo ammetto, ma la domanda che mi pongo è: che senso ha?
Posso capire se lo facesse un adolescente: fare cose senza senso e rompere i coglioni al prossimo, a quell’età, sono un dovere; ma a trentanni?
Nella giornata più calda dall’inizio di questa estate, il tipo girava con quello che io considero l’assetto invernale, cioè col bavero alzato; ok, non era proprio un bavero –d’altronde non indossava “una marsina color ciclamino” e non “andava a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin”- era un semplice colletto, però, con 32 gradi all’ombra, un po’ di fresco sul collo non mi sembrerebbe una brutta idea.
E siccome faceva caldo, per compensare la sudarola al coppino il nostro indossatore ha scoperto un pezzo di gamba, circa 20 cm.
A-haa… vedi che proprio scemo totale non è?…
E invece è scemo: vuoi scoprire un pezzo di gamba? Ok, esistono gli immondi pinocchietti, che trovo ripugnanti ma raggiungono lo scopo; la nostra fashion-victim, invece, si godeva quei pochi centimetri di nudità sacrificando il polpaccio, soffocato dai tre o quattro strati di tessuto che costituivano quell’arrotolatura così trendy.
E siccome “se Sparta piange Atene non ride”, ho incrociato altri personaggi a cui, per fare media, tutto scendeva: pantaloni a mezz’asta e borsa a tracolla all’altezza del ginocchio: va beh, per i pantaloni dovrò farmene una ragione, ma la borsa?!
La tracolla è fatta per liberare le mani e non causare impedimenti di sorta, infatti la borsa si appoggia al fianco, zona fulcro-baricentrica del corpo, cioè quella che si muove meno, escludendo sciantose ante-guerra e la mia ex-amica Carla quando si ubriacava come un asino.
Anch’io giro con una tracolla, formato A5, tipo un quaderno, insomma, che porto sul fianco e non mi sembra neppure di averla; giorni fa sono stato ripreso da un giovane amico: “…e allunga quella cinghia!…”
”Perchè?”
”Perchè… perchè si porta così… E poi la borsa deve essere più grossa!”
A prescindere.
Oh porca troia…
Ma come cazzo si fa a camminare con una borsa da postino che ad ogni passo ti dà una botta sul ginocchio?
Proprio a voler essere coerenti, bisognerebbe mettersi un sassolino in una scarpa e magari, per i maschietti, strizzarsi un po’ di pelle dell’uccello con la zip dei pantaloni; poi, se si è abbienti e perdutamente modaioli, si può anche assumere un personal-kicker che ti segua e che ogni tanto ti dia un calcio nel culo.
Continuo la passeggiata con Bimbi.
Secondo voi, la stupidità ha una forma?
A parte la faccia del sottoscritto, intendo.
Bene, se ha una forma, è questa:
Se qualcuna delle mie affezionate lettrici ha commesso un sacrilegio del genere, vi prego, non ditemelo.
Le super-vamp degli anni trenta offrivano champagne agli spasimanti dentro una loro scarpina; uomini, attenti: con una donna che porta certi sandali, ritrovarsi a bere Tavernello dentro un doposci, è un attimo…
A cosa servono i sandali?
A tenere freschi i piedi.
Effettivamente il piede rimane abbastanza fresco ma la caviglia, dico io, non ci pensa nessuno alla caviglia?
Cos’è, la risposta moderna al “piede da trincea”?
D’accordo, le donne sono disposte a tutto ma, per favore, spiegatemi che gusto c’è nel ritrovarsi la caviglia frollata come un fagiano.
Prosegue la passeggiata.
Buttiamo l’occhio in una vetrina, che poi sono due; in una i capi estivi, nell’altra quelli invernali: sono iniziati i saldi.
Visto che l’estate è iniziata da dieci giorni, mi sembra logico che la merce in saldo sia quella invernale.
E bravo pirla…
No: quella in saldo è la collezione estiva, quella a prezzo pieno è per IL PROSSIMO INVERNO.
Primo pensiero: “Ci sono 32 gradi. Mò mi piazzo qui e, al primo che si misura un giaccone, lo sputo in faccia…”
Anzi, sputo a tutti i rappresentanti delle varie Associazioni di commercianti che piangono per il calo dei consumi: cosa c’è di più cretino che giocarsi metà capacità espositiva, una vetrina su due, per mostrare capi che nessuno, con un po’ di sale in zucca, comprerà per i prossimi tre mesi?
E non è mica finita qui: gli unici capi che rischi di vendere sono quelli a metà prezzo, ovviamente nel momento in cui dovrebbero essere a prezzo pieno, caso mai valesse ancora la legge della domanda e dell’offerta.
Nei tempi in cui chi vendeva abbigliamento chiudeva i bilanci in attivo –e parlo di gente che ha lasciato svariati appartamenti in eredità ai figli- i saldi estivi li iniziava ai primi freddi, quelli invernali partivano con l’arrivo delle rondini.
Ma parliamo di gente che non aveva mai sentito parlare di marketing, che si arricchiva alle spalle di clienti tonti che acquistavano l’estivo col caldo e l’invernale col freddo, oppure l’opposto, ma a metà prezzo.
Queste riflessioni mi fanno male, mi fanno temere per il futuro, mi preoccupano più dell’operato di quella banda di infami ladri e puttanieri che ci dovrebbero governare.
Mica per altro: prima o poi Berlusconi morirà, prima o poi potrebbe uscir fuori qualcuno per cui valga la pena spendere un voto, prima o poi qualcuno potrebbe tentare di risalire la china.
Ma se tutti noi, a giudicare dai sintomi, diventiamo un popolo di imbecilli che sembrano voler sconfiggere la logica con la stupidità, come possiamo pretendere di avere un futuro?
Mah… roba da rovinarsi la passeggiata con Bimbi…
Dottordivago
Niente da fare, oggi apro il sito cercando risate e quando ho finito di leggere sono sconfortato. Sono continuamente vittima dello stesso tipo di riflessioni, e non c’è scampo. Quando al bar senti ordinazioni rococò tipo “un orzo con il ginseng tiepido e panna in tazza grande calda”, quando donne fatte girano d’inverno a Milano con la panza fuori, quando tutto è esclusivo, anche se te lo vendono in edicola incellofanato a “corna vissute”, e da settembre ci trovi anche “la Madonna a soli 3 euro e 90”, bè se fossi un islamico ci penserei anch’io: se li vaporizzo non perdiamo un granchè. Un arimesto saluto.
caro il mio dottore, pensa che in veneto i saldi inizieranno fra una settimana, al contrario delle regioni dell’ovest che sono in ballo già da una settimana.
Molto probabilmente le stagioni da voi finiscono prima, oppure da noi finiscono in ritardo, oppure le stagioni sono uguali ma i governatori delle varie regioni si fanno le scarpe uno con l’altro, prima si parte prima s’incassa!!!
Tu mi conosci, sai che da quando sono nato mangio pasta e abbigliamento, sono stato un bimbo prodigio nella vendita di jeans, pantaloni e magliette, eppure ci son cose che non ho ancora capito, e non dalla parte del commerciante, non ho ancora capito i clienti.
Ma la voglia di apparire, di essere per una mezz’ora il protagonista del condominio accellera la molecola della demenza umana.
Non siamo ancora a metà Luglio e nel negozio dove lavoro abbiamo gia venduto mezza collezione di piumini d’oca, e non con lo sconto, ma ad un prezzo dettato da un listino nazionale.
Commercialmente parlando ti posso anche spiegare perchè quei capi sono già in vendita, ma sarebbe un discorso tecnico e da paraculato, quindi lo evito…….
Mi viene male a pensare a quella bella gnocchetta di ieri che si è provata il piumino, acquista il capo e se lo porta a casa, e li lo prova e lo riprova per autoesaltarsi per lo splendido giubbino comprato, arriva l’amica lo riprova, arriva il fidanzato lo riprova, arriva quel porco del cane maledetto che sta su la in cielo e lo riprova, alla fine lo ripone nell’armadio e pensa “minchia se fa caldo” e il giorno dopo, oggi, ritorna in bottega a comprare un paio di jeans, ma li vuole leggeri, anzi più leggeri ancora perchè fa un caldo da morire.
Personalmente non me ne fotte un cazzo, l’importante è guadagnarsi la pagnotta, ma c’è una cosa che mi da fastidio, il tragitto magazzino, negozio, cassa lo faccio io con quel cazzo di piumino appoggiato al braccio e minchia se fa caldo.
Caro dottordivago, a me era piaciuto anche il post di ieri, anche se alla fine era un insieme di parole senza capo ne coda; non è che frequentando il tuo blog mi sto rintrucillendo. 😀
Ahahaha grande Doc, hai perfettamente sintetizzato quello che penso dell’orrenda moda dei sandali-stivale!! Mitico 😀
A ME, d’estate, MI piacciono i pantaloni leggeri e le polo con le maniche corte. E bon. Quindi’ d’estate, compro quelli. Il mio shopping funziona così: parto per andare a comprare QUELLO CHE MI SERVE, entro nel negozio, individuo l’oggetto del desiderio, lo prendo, a volte lo provo, vado alla cassa, pago ed esco. 4-5 minuti. 8, al massimo. E se il Maurizio di turno mi banfa sul collo, gli rispondo che se avrò bisogno, gli chiederò. Se il banfeur insiste, esco senza comprare alcunché. Per me funziona così da una vita e mi sta bene così.
Ma…per questo mio modo di fare acquisti vengo aspramente criticato da consorte, amiche, figlie (tranne una delle due, che la pensa esattamente come me) e da tutte quelle e quelli che ad una Becks gelata bevuta seduti all’ombra preferiscono assolutamente fare shopping, trascinandosi violacei per il caldo da una boutique all’altra e senza mai trovare l’OGGETTO PERFETTO.
Andate voi a fare shopping!!! Io sto qui con la Becks e aspetto Bartali, scalpitando sui miei sandali…..
Bravo dottore: anche a mio parere i “sandali” che hai fatto vedere tu fanno veramente schifo. La gente si comprerebbe anche la cacca, se Belen Troiguez e Fabrizio Troione le pubblicizzassero. Anzi, a pensarci benegià lo fanno… Baci sudaticci!!!!!
che brutti i sandali con la caviglia coperta, brutti brutti brutti!!!E pure i pinocchietti orribiliiiiii.
a me, oltre ai sandali con le “ghette” incorporate, non piacciono nemmeno le signorine -più o meno giovani- che indossano due dita di pelazzi sotto le ascelle, abbinandoli a maglie senza maniche o canottiere: credo inibiscano le relazioni sociali col prossimo.
però non li ho mai visti in vendita nei negozi…sarà roba cinese
Ahhh, tutti sempre a mettersi in fila a farsi inculare dai marchietti ( non maschietti )!
Bisogna sempre evitare di acquistare un oggrtto con un nome o di un colore della cui esistenza non si era al corrente fino a tre anni prima, e anche in quel caso…
Ma se alla gente togliessimo abbigliamento e macchine di che cosa parlerebbe? Che ne sarebbe della sua personalità?