…pure io dico la mia.
Per chi ancora non lo sapesse, quella mega TAC della foto è un pezzo dell’LHC di Ginevra; se non sapete cos’è, informatevi: io ne ho già le palle piene.
Tant’è che mi scappa di divagare.
Potete dormire sonni tranquilli: questo macchinone non produrrà nessun buco nero; l’unico effetto ottenuto finore è stato quello di far tornare la Febbre di Azzurra.
Questa malattia si è manifestata la prima volta nel 1983: mai prima di allora in Italia era stata pronunciata la parola “barca a vela” in un bar o in un luogo pubblico che non fosse uno Yacht Club.
Durante la partecipazione alla Coppa America di quell’anno, Cino Ricci ed Azzurra divennero, in Italia, più famosi dell’ammiraglio Nelson nel Regno Unito.
Tutti velisti, tutti fenomeni, tutti professori: gente che mai si era spinta più in là delle Colonne d’Ercole del fuorigioco e del dribbling, si inoltrava nell’oceano velistico e dissertava, con proprietà di linguaggio, di spinnaker e derive, salvo tornare al primo amore pallonaro il giorno dopo l’esclusione della nostra barca.
Un po’ come mia madre: invitata ad un matrimonio, ha lodato per tutto il pranzo il colto menù costituito da assaggini curatissimi, in quantitativi tipo vetrino da microscopio, salvo poi salutare, ringraziare e fiondarsi a mangiare non una, ma due pizze.
La Febbre di Azzurra torna a fare vittime ad ogni edizione di Coppa America, ma può anche mutare e colpire in periodo di Olimpiadi; in quanto febbre, le manifestazioni più virulente sono in occasione di quelle invernali: alle ultime, molta gente delirava e pronunciava frasi sconnesse sul curling, quello che uno tira una pietra e gli altri scopano il ghiaccio.
Malattia gravissima, roba che l’ebola gli fa una pippa.
L’ultima mutazione del virus, la variante più devastante, sta flagellando l’Italia in questi giorni: è l’LHC, l’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra.
E’ una mutazione letale per l’intelligenza e la scienza; e pure per il buon gusto, và.
Queste orecchie hanno sentito cose che voi umani non potete eccetera eccetera…, cose che non ho tempo di riportare; giusto una, quella di due muratori/stuccatori al bar: “Minchia, n’u u sapisti? ‘U acciliraturi, chiddu ca facìu ‘ubbucu niuru…! A schifiu…” seguito da un eloquente gesto con le due dita che reggevano la sigaretta.
Sublime.
Ora, se tutti, ma proprio tutti dicono la loro, vuoi che proprio io stia zitto? E che, c’ho la mamma maiala, forse? No, per cui beccatevi la teoria del Dottordivago.
Sono di formazione tecnica e credo fermamente nella scienza; come ho già avuto modo di dirvi, le uniche entità metafisiche, cioè non dimostrabili, in cui credo sono il culo e la sfiga; per tutto il resto voglio le prove.
Quindi, lungi da me la paura di buchi neri e fine del mondo.
Quello che mi suona male è l’aspetto umano di tutta la faccenda e c’è sempre una vocina che mi ricorda che pensare male è peccato ma spesso ci si azzecca (grazie, Sen. Andreotti).
Quell’accrocchio che hanno costruito è lungo 27 km, con un costo, al metro lineare, pari a quello del clitoride di Naomi Campbell, tant’è vero che hanno speso, finora, 9 miliardi di euri (per chi fosse all’oscuro delle regole grammaticali di questo blog, ripeterò che, quando sono tanti, sono “euri”).
Anche se oggi i soldi non valgono più niente, è una bella cifretta.
A questo aggiungiamo che una macchinetta come quella è come una Porsche di seconda mano: non è tanto comprarla, quanto mantenerla, per cui si prevede di spenderne altrettanti nei prossimi anni.
Ora, poniamo per ipotesi che il Direttore o il Presidente o il Gran Mogol del Cern sia un tipetto sveglio, circondato da giovanotti in gamba, che sappiano farsi due conti e che formulino la seguente teoria:
dati circa 20 miliardi di euri, su cui praticare una cresta di un micragnoso 1% -che non se ne accorge nessuno- si ottengono circa 200 milioni di euri esentasse, senza problemi di dove metterli, tanto già stanno in Svizzera.
L’altro motivo per cui l’LHC l’hanno fatto lì è che se l’avessero costruito in Italia, a parità di spesa, lo facevano stare anche nel mio soggiorno.
Resta il fatto che 200 milioni, pur da dividere, sono una cifra da far vacillare anche i più onesti.
Siamo sicuri che stanno cercando il Bosone di Higgs e non una tranquilla ed agiata pensione a bordo di un trenta metri carico di puttanoni?
Chi ci dice che non stiano cercando una cosa che non esiste?
Tanto, se anche non la trovassero, “e checcazzo, stiamo cercando la particella di Dio, mica le lumache dopo che è piovuto…!”
Sto ovviamente facendo l’avvocato del diavolo, ma pensate a quanti diventano ricchissimi vendendo fumo come l’omeopatia o facendo filtri anti malocchio o vendendo appezzamenti su Marte.
Dovrei riciclarmi nel business della fusione nucleare, altri 30 o 40 miliardi in cinquantanni; io incomincio a farmeli dare: se fra quarantanni non ho scoperto un cazzo, cosa mi possono fare?
Cagarmi sulla tomba?
Dottordivago.
Ma che cazz? Mi distraggo un attimo e tu sposti tutto il blog? Va beh che cerchi di far perdere le tue tracce, ma non esagerare :-).
Sul CERN: chissà cosa scopriranno grazie questo bell’aggeggio. La loro invenzione più riuscita è il WWW:
Il Web è stato creato da Tim Berners-Lee, mentre era ricercatore al CERN di Ginevra, sulla base di idee dello stesso Berners-Lee e di un suo collega, Robert Cailliau
considerando che studiavano fisica nucleare, mi sembra un po’ off topic… se tu sei dottordivago, quelli meriterebbero come minimo il titolo di “profdivago”.
Ciao
Merda, lo sapevo che ho sbagliato lavoro…
Quello che non ho ancora capito è quale possa essere l’utilità pratica della scoperta di questo bosone , anche leggendo in giro non ho trovato risposte concrete se non il fatto che si porrà una base più realistica alla teoria ora diffusa…
bho !!!
Simone
[…] effetti collaterali mediatici – 2 Scusate, non posso fare a meno di citare il POST di Dottordivago. Il titolo e’: “Oh, teoria per teoria…”. Insomma, anche lui […]
FANTASTICO!! Sei gia’ linkato:
http://tuttoqua.wordpress.com/2008/09/11/cern-effetti-collaterali-mediatici-2/
Simone, il bosone di Higgs e’ una particella per ora solo teorizzata che, pare, sia capace di conferire massa alla materia. Ora, trovarla in se’ per se’, chi se ne frega effettivamente. Pero’ se esiste e si riesce a studiarla abbastanza (diciamo per almeno una 20-ina d’anni), si potrebbe costruire un prototipo di motore a gravita’. T’immagini viaggiare in aereo (o astronave), gratis per sempre, senza rumore, senza carburante, senza rischi, ecc…? A me come idea piace! 😀